"Si stanno riducendo gli spazi di trasparenza perche' l'unica norma a tutela e' che si debbano invitare un numero di aziende diverse a secondo dell'importo dell'appalto. Ma e' evidente che stiamo parlando di soglie significative. Penso soprattutto a quelle di 350 mila e di un milione, che rappresentano piu' del 60% degli appalti dati". Lo ha detto il segretario generale della Fillea Cgil Alessandro Genovesi a margine del convegno "Infrastrutture Legalita' e Lavoro per sbloccare la Calabria", promosso a Cassano allo Jonio dalla Cgil Calabria e dalla Fillea Calabria, parlando con i giornalisti delle soglie previste dal decreto Sblocca cantieri per l'affidamento a trattativa privata degli appalti.
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"Quindi - ha aggiunto Genovesi - stiamo dicendo che solo il 30% dei futuri appalti, quelli superiore al milione di euro, saranno pubblici, andranno a gara e quindi potranno vedere piu' aziende partecipare. Stiamo dando un potere discrezionale enorme alle stazioni appaltanti, perche' a questo punto sara' di fatto la stazione appaltante che, selezionando a monte gli inviti, selezionera' anche le imprese che si aggiudicheranno gli appalti. Se sommiamo questo al massimo ribasso avremo la maggioranza dei futuri appalti che saranno assegnati a imprese che di fatto decide gia' preventivamente la stazione appaltante che per vincere risparmieranno sui costi contrattuali, sul salario, sulla sicurezza e quindi sui diritti dei lavoratori".
"Siamo in Calabria per dare un doppio messaggio. Il primo e' che se vogliamo seriamente far ripartire i cantieri dobbiamo fare una politica, innanzitutto, di salvataggio delle grandi aziende. Molte delle opere non partono non perche' gli appalti non sono stati assegnati ma perche' le aziende che li hanno vinte sono fragili, sono in concordato, e anche se qualcuno pensa di scorrere la lista di andare alla seconda o alla terza aggiudicataria trovera' imprese altrettanto decotte".
"Per far ripartire i cantieri, anche in Calabria - ha aggiunto - anzitutto bisogna mettere in sicurezza le imprese che hanno vinto le gare e i lavoratori. Il secondo messaggio e' che per far ripartire i cantieri, e farlo con qualita', servono leggi regionali. In Calabria si sta discutendo di un accordo sugli appalti per permettere le accelerazioni di spese e dall'altro il rispetto dei contratti e della sicurezza. Magari questi pochi mesi che ci separano dalle elezioni regionali potrebbero essere l'occasione per fare finalmente una legge regionale sugli appalti anche in grado di contrastare gli effetti nefasti del decreto sblocca cantieri".
"Si', abbiamo aumentato il deficit ma non abbiamo investito. Il famoso 3% e' dovuto al rapporto tra Pil e debito. Si puo' avere anche un debito alto se pero' l'economia cresce. Noi abbiamo deciso di non investire, fondamentalmente, e le infrastrutture ne sono l'esempio tipico".
"Abbiamo deciso - ha aggiunto - di non aggredire i nodi veri, i cantieri e quindi l'infrastruttura. L'economia che non riparte non e' legata alla questione se ci sono troppe o troppe poche regole ma al fatto, banalmente, che in questi ultimi dieci anni abbiamo perso, solo negli enti locali, quindicimila tra geometri, ingegneri e architetti che materialmente sono coloro che facendo i progetti permettono ai soldi di uscire dai cassetti, di essere spesi e di non essere mandati indietro. Fino a quando non torniamo ad agire i soldi non li spenderemo e quindi aumentera' il deficit e quindi l'Europa ci richiamera' al rispetto dei parametri".