"Non ci deve essere alcuna distinzione di razza. Dal punto di vista scientifico le razze non esistono. Questo però non significa che debba essere modificato l'articolo 3 della Costituzione. Perché, badate bene, non esistono le razze, ma esistono i razzismi". A dirlo è stato il presidente della Corte Costituzionale Giorgio Lattanzi, rispondendo ad alcune domande in occasione del convegno promosso dalla Fondazione antiusura "San Matteo" di Cassano e svoltosi a Castrovillari con il patrocinio del Comune. "Quello che la Costituzione non vuole - ha aggiunto Lattanzi - è che, adducendo diversità di razza, che non esiste, si facciano delle discriminazioni. Secondo me la norma nella Costituzione deve rimanere, proprio perché questa norma esclude il razzismo".
In tema di diritti tra italiani e migranti, il presidente della Consulta ha evidenziato che "la maggior parte dei diritti sono riconosciuti sia ai cittadini che agli stranieri, non solo dalla Costituzione ma anche dalle leggi italiane e anche, ormai, dall'Unione europea".
"La Corte Costituzionale, per esempio - ha aggiunto Lattanzi - ha dichiarato incostituzionali molte leggi che riconoscevano misure previdenziali ai cittadini e anche agli stranieri ma solo a certe condizioni. Per esempio, che fossero residenti in Italia da più di 5 anni e che avessero anche altre determinate condizioni. Si è ritenuto che quei particolari diritti previdenziali fossero diritti che spettavano in quanto tali".
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Il presidente della Corte Costituzionale ha toccato diversi temi come quello del fine vita e del pareggio di bilancio.
"Quello che emerge dal comunicato della Consulta sulla vicenda Cappato è che la Corte ha ritenuto che questa sia una materia che spetta al legislatore e quindi è il legislatore che deve intervenire per stabilire se, quando e come e, quindi, anche la procedura attraverso la quale eventualmente accogliere richieste di questo genere. Già la legge sul fine vita, in realtà, consente di rifiutare le cure che sostengono la vita. La Corte, in sostanza - ha aggiunto - non ha fatto una sentenza, ma farà un'ordinanza rimettendo al legislatore la disciplina di questa materia, che è di estrema complessità dal punto di vista tecnico e che tocca temi etici fondamentali per una collettività".
"Il pareggio di bilancio, ovviamente, non può – ha poi aggiunto Lattanzi - significare sacrificare diritti come quello alla salute, in particolare, o altri diritti fondamentali. Non credo assolutamente che il pareggio di bilancio possa giustificare il sacrificio di diritti fondamentali. Caso mai interviene in un sistema di bilanciamento. Si tratta di vedere, tenuto conto del principio di pareggio di bilancio - ha aggiunto - se e fino a che punto alcuni diritti, non dico che possano essere sacrificati, ma possano essere, in qualche misura, circoscritti, ridotti. Ma, appunto, tutto questo può riguardare un bilanciamento e non sicuramente ed in nessun caso un sacrificio di diritti fondamentali".