Dl Salvini, sit-in a Cosenza

In Italia e in Europa risuonano forti campanelli di allarme. Sentimenti di razzismo e di xenofobia vengono quotidianamente instillati nelle coscienze delle persone, da nord a sud, diffondendosi nelle città e nelle periferie sociali. Se un tempo erano giudicati segnali ritenuti universalmente negativi, diventano oggi il sintomo più rappresentativo di un'involuzione culturale profonda. E fanno paura!
Ciò che credevamo fosse relegato per sempre nei libri di storia, torna con prepotenza a bussare alle nostre porte. A dimostrazione del fatto che razzismo e fascismo sono bulbi tossici mai totalmente sradicati e che sentimenti di odio e di nazionalismo costituiscono terreno fertile al loro risveglio. Un terreno dissodato dai precedenti governi, una deriva iniziata anni fa con la "costruzione" della paura, innescata da una rappresentazione delle questioni migratorie improntate sull'aspetto securitario e repressivo.
È su questo terreno che movimenti di stampo neofascista e neo-razzista si sono mossi negli anni, intercettando il disagio sociale di coloro sui quali la crisi del capitalismo ha rovesciato i suoi effetti devastanti: disoccupazione, sfruttamento, precarietà.

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La propaganda salviniana, legittimata dagli alleati al governo, trasuda fascismo, razzismo, populismo e omofobia. È in atto un meccanismo che alimenta odio razziale a tutti i livelli: aggressioni mirate contro i migranti, criminalizzazione della solidarietà (emblematico il caso del Sindaco di Riace Domenico Lucano), allontanamento delle ong dal mediterraneo, accordi con i capo tribù libici per fermare la partenza dei migranti, finanziamenti al governo di Tripoli per la costruzioni di nuove carceri a cielo aperto (di nuovi inferni nei quali sevizie e torture sui migranti in transito sono prassi), chiusura dei porti e respingimento di un'umanità disperata fuori dai confini nazionali.
Il decreto Salvini, approvato dal Consiglio dei Ministri all'unanimità il 24 settembre scorso, rappresenta il capolavoro ultimo del governo gialloverde, volto al restringimento e alla sottrazione dei diritti dei migranti. Si tratta di una riforma del sistema di asilo che ci riporta indietro di diversi anni; di una serie di norme illogiche, barbare, miranti a clandestinizzare gli esseri umani, a fomentare il clima di odio verso il diverso. Il decreto mette in discussione il valore storico dell'accoglienza. Mira allo smantellamento dello SPRAR, l'unico sistema di accoglienza pubblico che, seppure con molti limiti, favorisce l'autonomia dei rifugiati presenti sui territori, attraverso percorsi volti all'inserimento socio-lavorativo. Predilige l'accoglienza all'interno delle mega-strutture governative o dei centri emergenziali (Cara, Cas), centri favorevoli alla prolificazione di quel business sulla pelle delle persone da parte di affaristi e malfattori.
La mafia ringrazia! La criminalità organizzata prospera! Viene abrogata la protezione umanitaria,
Persone vittime di tratta per sfruttamento sessuale, sopravvissute a tortura e a violenza estrema nei paesi di origine o durante il percorso migratorio, si vedranno negata la possibilità di ricucire le lacerazioni delle loro fragili esistenze in un paese straniero. Giro di vite anche per quanto riguarda il trattenimento all'interno dei moderni lager per migranti, strumenti privilegiati per la gestione delle popolazioni migranti: CIE, CPR, HOTSPOT. Acronimi diversi, riconducibili tutti alla stessa logica securitaria che ha portato alla loro nascita. La detenzione dei migranti al loro interno potrà prolungarsi fino a 180 giorni, secondo quanto previsto all'interno del decreto. Un sistema, quello della detenzione amministrativa, che si sposa
sostituita da un permesso temporaneo riconosciuto solo per casi
eccezionali. Sei sono quelli previsti dal decreto: atti di particolare valore civile, grave sfruttamento
lavorativo, violenza domestica, eccezionali calamità naturali e, infine, motivi di salute di eccezionale gravità.
perfettamente con quello carcerario e che rappresenta una grave violazione dei diritti fondamentali, portando con sé soprusi, atti di disperazione, trattamenti inumani e degradanti, autolesionismo e suicidi.
Dopo 80 anni dall'emanazione delle leggi razziali, le politiche adottate dal governo del cambiamento si configurano come il ritorno a un passato buio. "Prima gli italiani", predica il ministro dell'odio. Implicando i migranti quali nemici da contrastare, da combattere, da sconfiggere. Alimentando il conflitto sociale, giocando sulle paure di ampi strati della popolazione, paradossalmente quelle più fragili. Intanto, prende forma il modello perfezionato in questi mesi dal governo del cambiamento: dotazione delle pistole taser alle forze dell'ordine; sgomberi dei palazzi occupati da un'umanità sfiancata da crisi economiche, disoccupazione e povertà; attacchi feroci alla legge 194 e al diritto di autodeterminazione delle donne; aggressioni nei confronti degli omosessuali. "Prima gli italiani, sovranisti, sciovinisti e abbienti!" Prima i condoni, la flat-tax per i ricchi e il sussidio assistenzialista da parte di un governo razzista e arrogante.
Per questi motivi il 27 ottobre, anche a seguito degli appelli indetti dalla Rete Europasilo
Rivolgiamo, perciò, un appello alla società civile, ai singoli e alle associazioni per una mobilitazione di massa perché anche Cosenza faccia sentire la sua voce contro la deriva xenofoba del governo, contro l'avanzamento dei nuovi fascismi, contro chi mira solo a creare caos sociale seminando odio e violenza, contro chi chiude i porti e condanna a morte centinaia di migliaia di
esseri umani!
assemblee pubbliche e manifestazioni.
SABATO 27 OTTOBRE dalle ore 10.00 alle ore 13.00
PIAZZA LORETO - COSENZA
Non restiamo inermi e silenziosi davanti allo stravolgimento della convivenza civile, all'annullamento del diritto di asilo e di residenza, alla conseguente negazione del diritto a una cittadinanza unica ed uguale per tutti, allo smantellamento del sistema pubblico di accoglienza decentrata a favore dei grandi centri di accoglienza.
Il decreto sicurezza, se attuato così come è, cancellerà diritti e uguaglianze, condannerà migliaia di persone all'indigenza, senza nessun progetto di vita, facili prede di marginalità e sfruttamento.
Ci opponiamo con fermezza all'idea di una società nella quale gli "italiani" debbano venire "prima", a scapito di coloro che, a causa di un sistema economico iniquo, sono di già relegati ai margini. Non è attraverso la criminalizzazione degli "ultimi" che si devono risollevare le sorti di un paese in ginocchio per colpa di politiche criminali e malavitose, evasori fiscali, progressivo smantellamento del welfare.
COORDINAMENTO SPRAR PROVINCIA DI COSENZA