Rocca imperiale (Cs), una ceramica con i versi di Don Raffaele Aprile ricorderà il passaggio del reliquario della Madonna della Lacrime

«Sono molto contento di essere nel "Paese della Poesia". Per me che scrivo versi è una grande emozione». Con queste parole, Don Raffaele Aprile (nella foto ritratto davanti alla stele del "Cantico delle Creature" di San Francesco d'Assisi, affissa al muro della casa canonica della Chiesa Madre) ha commentato il suo arrivo a Rocca Imperiale, dove ha presentato ai fedeli il reliquiario contenente le lacrime miracolose della Vergine di Siracusa, versate dall'effigie di gesso dal 29 agosto al 1 settembre del 1953.
Il sacerdote-poeta aveva già conosciuto indirettamente il borgo calabrese, grazie al concorso di poesia "Il Federiciano", a cui aveva partecipato in passato e in cui era stato selezionato con altri autori per l'antologia edita da Aletti Editore.
«Abbiamo vissuto giorni di particolare Grazia per la presenza del reliquiario contenente le lacrime di Maria, l'unico segno al mondo riconosciuto dalla Chiesa e attestato da una commissione medica - ha spiegato Don Aprile, che ha parlato anche di cosa rappresenti la poesia nella sua vita religiosa -. Essere poeti è lasciarsi guidare dal cuore, abbandonando ogni forma di sapere, perché ciò che conta è il dialogo con Dio, un dialogo che parte dal cuore ed attraversa l'anima».
«Raggiungendo l'estasi contemplativa, che io paragonerei allo sguardo pieno di stupore di un bambino, che non conoscendo il mondo si pone le domande su ciò che lo circonda, il poeta si meraviglia dinnanzi alla realtà, stupefatto di come si possa percepire la presenza dell'assoluto nel creato».

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Il reliquiario si è fermato nella cittadina rocchese, per iniziativa del parroco Domenico Cirigliano, dall'11 al 13 ottobre. Poco prima della partenza e dei saluti, è stata affissa sulla parete della Chiesa una effigie raffigurante la Madonna delle Lacrime, come segno del suo passaggio a Rocca Imperiale. Sotto l'immagine, sarà posata una stele con la poesia che Don Aprile ha scritto in onore della Madonna delle Lacrime, che lo ha chiamato al sacerdozio, e che egli stesso ha declamato per tutti i fedeli presenti.
Si è concluso in modo poetico il primo viaggio di Don Raffaele a Rocca Imperiale, dove sicuramente farà ritorno per vedere la stele una volta che sarà pronta.