Si conclude la rassegna "Corti Cosenza"

Cala il sipario sull'edizione 2018 di Corti Cosenza, la rassegna organizzata da Teatro in note e guidata dal direttore artistico Vera Segreti. Un'edizione ricca di presenze e di soddisfazioni, caratterizzata dal tema "Il vuoto e il pieno: tra dipendenza e solitudine". Argomenti che toccano da vicino i ragazzi, veri protagonisti degli eventi di Teatro in note, ma che non possono lasciare insensibili gli adulti che sono chiamati a guidare i più giovani. Un'edizione che ha portato fortuna anche a Francesco Montanari, fra i protagonisti di quest'anno, premiato al Canneséries come miglior attore.
Punti di riferimento Corti Cosenza ne ha offerti tanti nei suoi incontri. I ragazzi e la cittadinanza hanno potuto conoscere meglio e più da vicino attori, scrittori, psicoterapeuti, registi, fotografi e scultori ovvero tutti i protagonisti della rassegna 2018. La Sala Quintieri del Teatro Rendano di Cosenza ha accolto Pino Aprile che ha lasciato alla città una bellissima lezione di Storia spiegando ai ragazzi come solo la conoscenza può renderli davvero liberi. Entusiasmante è stato poi il dialogo con Nicola Canonico, Nathalie Caldonazzo, Cecilia Taddei, Annalisa Favetti e Gianni Ferreri che compongono il cast della commedia teatrale "Una bugia tira l'altra". Proprio Ferreri è stato il protagonista di uno degli appuntamenti di CinemArt dove sono stati proiettati i cortometraggi d'autore. L'attore si è confrontato con i più giovani su "Piccole cose di valore non quantificabile". Grande mattatore degli incontri di Corti Cosenza è stato il già citato Francesco Montanari, attore della fiction Rai "Il cacciatore" (ispirata al lavoro del magistrato Alfonso Sabella e autore del libro "Il cacciatore dei mafiosi"), dopo essere stato il Libanese nella serie Sky Romanzo criminale. Montanari, anche lui protagonista di CinemArt in "Ce l'hai un minuto", ha stregato la platea raccontando la propria vita e quella della moglie Andrea Delogu, la sua carriera e le proprie fragilità emotive. Le emozioni sono state al centro dell'incontro con lo psicoanalista Sandro Rodighiero che, dialogando con il collega Gaetano Marchese, si è immerso nei problemi quotidiani dei più giovani. Gli incontri della Sala Quintieri si sono chiusi con lo scrittore Carmine Abate accolto trionfalmente di ritorno nella sua Calabria sempre amata. Oltre agli incontri e ai cortometraggi, Corti Cosenza ha proposto le lezioni di scrittura creativa alla Biblioteca civica, la mostra "La città antica. Il tempo rinasce sempre", allestita dal fotografo Daniele Bilotto e dallo scultore Mario Sposato, e la collettiva internazionale di pittura "Il vuoto e il pieno: tra dipendenza e solitudine" di Rodin Sotolongo, Zapata Alejandro Garcia, Yoemir Alfonso Almeida e Francesco Iozzi entrambe alla Biblioteca nazionale. Chiusura con la bellissima visita guidata nel centro storico e sul Mab con i ragazzi dell'Aipd e la degustazione enogastronomica della Maccaroni chef accademy.

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"Il livello di qualità e la partecipazione a Corti Cosenza cresce di anno in anno – racconta il direttore artistico Vera Segreti – e questa quinta edizione è stata ricchissima di emozioni. Tutti i personaggi che hanno partecipato agli eventi hanno lasciato qualcosa di prezioso ai ragazzi che hanno preso parte a tutte le iniziativa e va sottolineato, inoltre, come siano rimasti molto colpiti dai nostri giovani. C'è già chi ha chiesto di ritornare il prossimo anno e questo ci fa capire come Corti Cosenza riesca a toccare il cuore di chi partecipa. La rassegna ha messo, ancora una volta, al centro i ragazzi che si sono confrontati su un tema delicato come lo è stato "Il vuoto e il pieno: tra dipendenza e solitudine". Questi ragazzi, anzi, questi giovani adulti hanno dimostrato una sensibilità altissima. Stimolati dai nostri corsi di scrittura creativa e video hanno realizzato più di quaranta racconti e dieci cortometraggi che sono il frutto di un lavoro durato un anno e culminato con i giorni della rassegna".