Meetup Cosenza e Oltre: "Preferiamo le case di edilizia popolare all'inutile ponte"

"Non si può pensare un'architettura senza pensare alla gente!" (cit.) Il ponte di Calatrava dovrebbe essere il fiore all'occhiello dell'amministrazione di Occhiuto. Una grande opera maestosa che, proprio come quella dei "grandi re", deve testimoniare il valore di un grande sindaco. Un'opera maestosa, prestigiosa, simbolo della bellezza, della modernità dell'avanguardia della città di Cosenza. Un'opera tanto costosa e nello stesso tempo tanto inutile ancora di più se risulta essere vera la notizia che i fondi per la costruzione di questa futile magnificenza siano quelli dei programmi di recupero urbano ossia, l'insieme sistematico di opere finalizzate al miglioramento dei servizi e degli impianti a rete dei quartieri degradati dei comuni dai Comuni alle Regioni con i fondi ex Gescal, quelli, che dovrebbero finanziare le opere al servizio del patrimonio residenziale pubblico e la manutenzione e alla costruzione delle case popolari.

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Se questo è vero, è sconcertante! I cittadini che da anni vivono nello sgomento del dramma abitativo, invece della casa, ottengono un ponte, una "cala – trave" trafitta nelle aspettative di avere assicurato un diritto sociale e fondamentale. Non facciamo la domanda al sindaco se è a conoscenza di questa sospetta "rimodulazione dei fondi", non chiediamo cosa c'entra il ponte di Calatrava con la costruzione delle case popolari". Siamo, ormai più rassegnati a non ricevere le giuste risposte, abbiamo ripetutamente constatato la destrezza degli amministratori pubblici a trovare per ogni domanda posta loro dai cittadini "una toppa a colore". Quello che chiediamo, ancora una volta, è di chiarire quale sia la politica urbana sociale? Quali sono gli intenti risolutivi per le emergenze abitative? Al sindaco poniamo ancora e ancora, sempre le stesse domande perché dopo 7 anni di amministrazione non si percepiscono proprio le risposte. Ancora non si vede la riqualificazione delle periferie , il centro storico crolla e viene demolito, i quartieri degradati sono voluti nel disagio e mantenuti nella città emarginata, esclusi dalla costruzione della "grande bellezza" utile sono alla vana gloria di chi si accontenta delle feste scintillanti la cui allegrezza è per una notte soltanto e poi vola via.