Parco Nazionale della Sila patrimonio dell’Unesco. In Provincia di Cosenza un Tavolo tecnico-politico a sostegno della candidatura

Un accordo fra i diversi attori del territorio nel quale indicare un percorso condiviso per sostenere la candidatura del Parco Nazionale della Sila a patrimonio dell'Unesco. È quanto stabilito questa mattina il Tavolo tecnico-politico che si è riunito nel Palazzo di Piazza XV Marzo e al quale hanno partecipato la Provincia di Cosenza, la Regione Calabria, l'Università della Calabria, le Associazioni ambientaliste, il Direttore e il Commissario del Parco, i Sindaci di Cosenza, Rende e Montalto Uffugo.
Obiettivo prioritario: tenere tutti uniti a sostegno dell'inserimento del Parco nel sito dell'Unesco.
Un riconoscimento possibile per un'area unanimemente riconosciuta di particolare pregio ambientale, con caratteristiche naturali uniche da salvaguardare e promuovere perché è da qui che è necessario partire per lo sviluppo culturale, turistico e socio-economico dell'intero territorio.

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«La Provincia di Cosenza sosterrà in maniera forte la candidatura del Parco a patrimonio dell'umanità – ha dichiarato il Consigliere provinciale Marco Ambrogio, presente al tavolo su delega del Presidente Iacucci – conscia del suo ruolo di coordinamento delle aree vaste che la rendono, oggi più che mai, la "casa dei Comuni e lo farà preparando i territori».
Ambrogio ha ricordato, difatti, che uno dei punti cardine della Commissione di valutazione per l'inserimento di pezzi di territorio nel patrimonio immateriale mondiale è proprio la volontà dei territori, ragion per cui «la Provincia di Cosenza raggiungerà tutti i Comuni del Parco per costruire la candidatura, anche perché il riconoscimento Unesco – se accordato – non è un punto fermo e irremovibili, potendo essere sì concesso ma anche revocato venendo meno le condizioni necessarie».
È per queste ragioni, quindi, che è necessario lavorare per rendere giustizia alla bellezza di un territorio ricco sì di biodiversità, ma che a oggi manca di una politica turistica degna di questo nome: «dobbiamo evitare per esempio – ha concluso Marco Ambrogio – che a dicembre le piste da sci siano chiuse, mentre nel resto d'Italia gli impianti funzionano regolarmente. In altre parole, dobbiamo interagire con i privati per costruire una cultura dell'accoglienza turistica nel territorio, perché devono decidere di fare impresa e trattare il turismo come un prodotto».