Fusione, la sindaca Greco a favore del sì: "l nostro è un territorio abbandonato"

«Decidere per il sì alla fusione vuol dire avere a cuore il destino di questo territorio». A dirlo è la sindaca di Cariati Filomena Greco, che a pochi giorni dalla consultazione referendaria, esprime il proprio punto di vista su una decisione che avrebbe delle ricadute sull'intera fascia dell'Alto e del Basso Jonio cosentino.

«Nella mia vita politica – continua la Prima cittadina - , ho sempre agito per favorire la nascita di una sinergia tra i sindaci di questa zona della Calabria. Perché sono convinta che insieme si possa dare vita a un soggetto politico più autorevole, capace di avere maggiori opportunità di trovare ascolto e riscontri per la soluzione dei gravissimi problemi che si vivono. Per cui, certo, sono favorevole al sì. La nostra zona è sempre più abbandonata e carente di servizi. E per molti l'unica via rimasta è quella di andare fuori a costruire il proprio futuro».

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«La fusione di questi due Comuni – spiega Filomena Greco – darebbe vita a una realtà cittadina demograficamente importante, che arriverebbe a contare 80 mila persone. Una realtà scomoda per chi vuole continuare a mantenere il potere accentrato in alcune zone della Calabria».

«Ma non è solo questo. Da quando amministro il mio Comune, ho capito quanto sia ridotto l'ambito di intervento di un sindaco e dell'intera amministrazione. Quanto sia difficile, in alcuni casi impossibile, intervenire adeguatamente per risolvere i più banali problemi della città con le ridotte risorse che ha a disposizione un Comune. Questo dibattito che si sta avendo sul territorio deve servire, a mio avviso, anche come opportunità per riflettere sui presupposti che necessariamente dovrebbero esserci perché un'amministrazione sia messa nelle condizioni di poter agire efficacemente. Più volte, soprattutto sulle questioni più centrali, come la mancanza di servizi e strutture sanitarie, o la scarsità di infrastrutture e trasporti, ci siamo ripetuti e abbiamo sentito ripetere che i sindaci hanno poco potere di influenza. Ed è vero. Per questo, l'ipotesi della creazione di un centro di dimensioni vaste deve costringere tutti, politica, istituzioni, associazioni, cittadini, a fermarsi e a riflettere con la dovuta serenità e tutte le più nobili intenzioni. Per non perdere un appuntamento con la storia, ma anche per essere pronti a questo appuntamento con la storia».

«Mi auguro – ha concluso la Sindaca – che si possano intravedere e immaginare fin da ora soluzioni per i problemi di breve termine, come i bilanci o le minime differenze culturali. E che tutti, in particolare i cittadini, si sentano mossi da una forte volontà di far ripartire questo territorio. È di certo responsabilità della politica rendere poi questo progetto valido. Ma ora, il primo passo è quello di focalizzarsi sui vantaggi di un progetto politico, economico e sociale utile allo sviluppo di tutto il territorio. Che possa, in futuro, restituire condizioni di vita migliori ai nostri figli».