Cosenza, Giovani Comunisti su liceo "Fermi": "Servono politiche nuove"

"Una mattina ci si sveglia ed un edificio scolastico in pieno centro viene dichiarato inagibile, come se niente fosse. Se le criticità erano già conosciute perché la Provincia non è immediatamente intervenuta? Di chi sarebbe stata la responsabilità di un'eventuale tragedia nei mesi scorsi? E come mai solo ora ci si accorge di questo enorme rischio che comporta addirittura la necessità di abbattere lo stabile e di ricostruirlo? Queste sono le domande che un docente del Fermi ha posto qualche giorno fa e che vogliamo fare nostre. Il Fermi ha avuti dei lavori di ristrutturazione importanti solo pochi anni fa, a rigor di logica non si sarebbe dovuti arrivare a queste criticità strutturali". Lo si legge nella nota di Stefano Vento- Coordinatore Giovani Comunisti/e Cosenza.

"Ma questa è la città dove il centro storico crolla giorno dopo giorno, mentre il resto della città è in balìa della speculazione edilizia avallata da politiche megalomani e senza senso, basti pensare alla volontà di costruire un museo alquanto discutibile, una metro che nessuno vuole ed il Ponte di Calatrava. Se partissimo da questo presupposto il fatto che il Fermi sia dichiarato inagibile non dovrebbe quindi meravigliarci più di tanto, semplicemente perché quelle che dovrebbero essere le priorità in una città, quali il diritto al trasporto, alla salute, alla sicurezza degli edifici pubblici, vengono quotidianamente messe in secondo piano, lasciando il passo all'apparenza.
A Cosenza come nel resto del Paese, dove secondo il Codacons l'85% degli edifici scolastici è privo del certificato di agibilità e di vulnerabilità sismica, per precise scelte politiche e non per caso, si mette in secondo piano la tutela del territorio e degli edifici, preferendo l'emergenza alla prevenzione, per poi assistere inermi alle tragedie e a far la conta dei danni.
E' fondamentale un cambio di politiche, ridare centralità alla prevenzione e investendo sulla necessità dell'adeguamento di tutti gli edifici pubblici, a cominciare dalle scuole, ma con interventi coerenti con quelle che sono le criticità degli edifici, senza affidamenti clientelari e soprattutto di qualità, evitando così altri interventi a breve distanza.
Il futuro del Fermi dev'essere deciso da tutte le categorie, compresi gli studenti, che animano la scuola, con decisioni condivise e non calate dall'alto. Il Fermi, come la scuola tutta, è di chi la vive quotidianamente".