"Ho rischiato di morire, il respiratore mi si è intasato di fumo e stavo soffocando". La lettera contro i criminali degli incendi

madeopierfrancesco"Ho rischiato di morire, il respiratore mi si è intasato di fumo e stavo soffocando. Per circa 30 secondi ho avuto un blocco respiratorio che poi è sfociato in una tosse interminabile. Ora dico basta, con il sostegno di tutti i miei concittadini, e voglio denunciare questo meccanismo criminale".

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E' quanto scrive in una lettera-appello alla stampa contro i "criminali" che appiccano incendi boschivi, Pierfrancesco Madeo, un 33enne di Longobucco, affetto da una gravissima malattia genetica degenerativa, la distrofia muscolare di Duchenne, lo costringe su una sedia a rotelle e a stare attaccato ad un respiratore 17 ore al giorno. "Scrivo - prosegue - per raccontarvi la ferocia criminale di chi sta bruciando tutta la Sila cosentina e i boschi della Calabria indisturbato, con l'assordante silenzio delle istituzioni regionali e nell'indifferenza più totale del governo, quasi a dirci che dietro ci sia un disegno molto chiaro. Il territorio longobucchese dallo scorso 25 luglio è circondato dalle fiamme che stanno devastando un immenso patrimonio naturale e il fumo che ne sta derivando soffoca tutti, anche il sole fa fatica a filtrare con i suoi raggi. La notte del 16 agosto è stata la più terribile, siamo stati avvolti da una nube irrespirabile e nauseante. La comunità non ne può più. Quella notte ho rischiato di morire. Che ruolo ha la politica in tutto questo? Chi ci sta dietro? Chi copre questa situazione allarmante? Chi ci guadagna? Chi manovra i fili di questa macchina distruttiva che frutta enormi guadagni?". "È tempo - scrive ancora Madeo - che questo schifo finisca, anche perché rischiamo di soffocare o di bruciare vivi. Mi rivolgo a ogni testata giornalistica, tg, programma televisivo, associazione umanitaria, ambientalista e che tuteli il diritto alla salute, a ogni politico ancora onesto. Vi prego intervenite e subito, non possiamo più vivere così. La nostra dignità e il diritto alla vita le rivogliamo indietro. Così come non vogliamo più la morte di alberi, animali, piante".