Urbanistica, la denuncia di Occhiuto (Anci): "I centri storici crollano"

"Lo stato delle città italiane, un tempo vanto del nostro paese e testimoni della nostra civiltà, oggi è scoraggiante e i centri storici crollano". Lo afferma, in una nota, Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza e delegato nazionale Urbanistica dell'Anci. "Le città - aggiunge - sono per lo più strette nella morsa di una crescita edilizia disordinata, che soffoca praticamente ogni tentativo di migliorare la qualità della vita dei residenti. Centri congestionati e inquinati, al limite della vivibilità, con oltre il 50% degli edifici costruiti da più di 40 anni, ormai inadeguati come prestazioni e spesso di pessima qualità architettonica. Spazi pubblici e verde urbano spesso sacrificati alle ragioni del traffico e mal frequentati perché mal progettati. Periferie in stato di degrado generalizzato, sconnesse dai centri urbani e sfornite di servizi, attendono di essere integrate dignitosamente nei nuclei cittadini. Centri storici spesso in stato di abbandono e di degrado restano esposti alle intemperie e al rischio sismico senza un'adeguata protezione. Vero spreco di un patrimonio culturale unico e irripetibile di un Paese che da solo detiene oltre la metà dei giacimenti culturali mondiali, ma anche di una risorsa economica dalle enormi potenzialità".

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"É ora di avviare - dice ancora Occhiuto - un processo di rigenerazione urbana improntato alla qualità degli edifici e delle infrastrutture, alla sostenibilità delle attività ed in primo luogo della mobilità urbana, alla qualità della vita. Tutto ciò presuppone un recupero prestazionale dell'ambiente urbano, dei servizi pubblici, dell'offerta artistica e culturale, delle strutture e degli spazi dedicati alla socializzazione, alle attività ludiche e sportive. Per avviare questo processo di rigenerazione urbana non bastano, però, solo buone idee e competenze. Non bastano finanziamenti e risorse pubbliche dedicate. Occorrono nuove leggi che, da un lato, rimuovano gli ostacoli con cui oggi si scontrano tutti i tentativi di miglioramento e, dall'altro, incentivino gli attori del rinnovamento, siano essi pubblici o privati. Il Paese ha di fronte a sé una priorità assoluta: l'approvazione di una nuova legge urbanistica. Quella attuale, infatti, risalente al 1942, è infatti figlia di una stagione economica e culturale assolutamente incompatibile con le realtà urbanistiche e sociali contemporanee. Soltanto attraverso la fattiva collaborazione pubblico-privato, infatti, possono essere attivate quelle risorse umane e finanziarie senza le quali uno sforzo così imponente non potrà essere attuato".