Castrovillari: l'importanza del volontariato ospedaliero

“La ricchezza di Castrovillari è nelle associazioni di volontariato che lavorano, operano e danno servizi. Siete tanti e vi ringrazio”. Lo ha affermato il sindaco di Castrovillari, Domenico Lo Polito, partecipando all’iniziativa svoltasi nella sala conferenze dell’Ospedale di Castrovillari per mano del CSV (Centro Servizi per il Volontariato)sul valore del volontariato ospedaliero. Una solidarietà concreta preziosissima che si muove in quella certezza della vita con la quale si può affrontare anche la sofferenza.

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Al momento, moderato da Lory Biondi dell’ufficio stampa del CSV Cosenza, hanno partecipato il presidente provinciale del CSV, Gianni Romeo- certo che quest’opera dinamica di uomini e donne dedicata ad alleviare la sofferenza può essere sostenuta e sviluppata in una effettiva sinergia tra associazioni e con le istituzioni in un ambito di responsabilità comune- oltre al direttore Medico del Presidio Ospedaliero di Castrovillari, Salvatore De Paola, a Fausto Sposato dell’IPASVI che hanno richiamato valori e portata umana di questa variegata e appassionata presenza , spiegata nello specifico e con testimonianze da Giuseppe Belluscio per l’Avo(che si occupa di informare pazienti e familiari nei punti Accoglinforma e nel servizio Recall per l’abbattimento delle liste d’attesa), da Maria Salvaggio, per Non più Soli (associazione che si dedica a stare vicino ai malati oncologici, offrendo sostegno e una casa d’accoglienza per chi viene da lontano), da Maria Affortunato per l’Avis (impegnata sulle donazioni di sangue), Caterina Formica per Gli Amici del Cuore (protesi alla prevenzione) e da Anna Maria Rende per ALT (l’Associazione Lotta ai Tumori si occupa del trasporto dei pazienti oncologici e presto aprirà una casa a Cosenza per chi si deve sottoporre alla radioterapia). Tutti fermamente convinti che la salute sia uno dei doveri umani più vincolanti per ognuno.

Nell’ospedale del capoluogo del Pollino questo importante valore aggiunto e diversificato per “sguardo sui pazienti” si aggira su ben 1150 i volontari e donatori di cui l’85% è costituito da donne. Una gratuità nata nel centro trasfusionale dell’Ospedale nel 1992, che oggi annovera 140 volontari, 980 donatori, 30 tirocinanti. La loro età media si aggira sui 48 anni. 66,poi, sono- come è stato chiarito- le ore settimanali svolte in reparto con 300 degenti, in media incontrati. Nel 2016 le sacche di sangue raccolte grazie alle donazioni, invece, sono state 1280 con una media di 24 a settimana.

Questi i numeri sensibili richiamati tra diverse indicazioni le quali delineano l’azione dinamica e molto più articolata che il convegno ha voluto incontrare attraverso proprio la presenza delle diverse Associazioni con i loro fattori costitutivi- ciascuno a servizio dell’individuo sofferente-, con le proprie specificità, fatte di dedizioni, servizio, sguardo attento all’altro, capacità di offrire sostegni, strumenti e gesti utili per rispondere al grande , acuto bisogno di salute che ci si trova continuamente dinanzi e si deve affrontare nella realtà quotidiana dell’ammalato, che suscita una implicazione nella quale il volontariato si gioca tra assistenza ed il soggetto del lavoro per la salute in un confronto dove l’ideale si fa progetto. Questo, se possiamo dirlo, il messaggio e questa la sfida che hanno accompagnato il partecipato incontro a più voci per ricercare condizioni di sostegno migliori a chi vive nella sua “carne” la sofferenza della malattia.