Rapani (FdI-An): "Pd offende intelligenza dei rossanesi"

«Che il Pd fosse suddiviso in mille rivoli come il delta di un fiume, lo si sa da tempo. Che al suo interno vi fossero decine di correnti fra quelle nazionali e quelle locali, anche. Ma che si esprimesse con diverse posizioni, l'una al nadir e le altre allo zenit, in modo pubblico, francamente, non ce lo aspettavamo. Anche perché nel Partito democratico sono bravissimi a celare i problemi, a far buon viso a cattivo gioco e, soprattutto, a far sembrare cose che non esistono come esistenti e viceversa». Il coordinatore regionale di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, nonché capogruppo consiliare di Rossano, Ernesto Rapani, analizza politicamente una querelle che sta avvilendo la vita amministrativa cittadina in queste ultime settimane, innescata dal segretario regionale del Pd, Ernesto Magorno.

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«Recentissime sono le sortite della segreteria provinciale di Cosenza e del segretario cittadino Madeo, uno che non è riconosciuto da nessuno, che appoggia l'azione di governo del sindaco Stefano Mascaro, ma che contrastano con tutte le altre. Andiamo a fare un po' d'ordine. In principio è il segretario regionale Ernesto Magorno, agli inizi di aprile, a bocciare l'amministrazione e la giunta Mascaro, peraltro su tutta la linea, nonostante vi siano esponenti dem quali Candiano e Zagarese. Nel frattempo il segretario cittadino Franco Madeo, polemizzando col suo superiore regionale chiede perché si voglia "distruggere tutto". E' il 6 aprile.

Il 14 – prosegue Rapani – sempre a supporto di Magorno e dell'area Micciullo, giunge il primo comunicato della segreteria provinciale a firma di Luigi Gagliardi e Amedeo Valente. I due chiedono, "a sostegno delle posizioni già espresse dal capogruppo Pd in Consiglio comunale Antonio Miciullo" la "bonifica" della giunta. Poi è la volta del capogruppo Micciullo, il 18 aprile, spalleggiato dallo stesso Magorno e da una parte (a questo punto) della segreteria provinciale, con un comunicato duro a firma del gruppo consiliare rossanese, come se Calabrò e Curia non ne facessero parte, nel quale si ritira la fiducia al sindaco e si continua a chiedere l'azzeramento della giunta, più e più volte reiterata nel corso degli ultimi mesi. Il messaggio conclusivo di quel comunicato è categorico per tutto il resto del Pd, a tutti i livelli, quelli scontenti, quelli contenti, i portatori di tessere: "il Partito Democratico è da considerarsi all'opposizione dell'amministrazione Mascaro, qualsiasi posizione di iscritti al Partito in contrasto con la stessa è da considerarsi una posizione assolutamente personale". La penultima puntata della telenovela giunge Il 20 aprile – riferisce ancora il coordinatore regionale di Fdi-An – con l'ennesimo comunicato stampa, caso strano, inviato non dal Pd come avvenuto per tutti gli altri, ma dall'ufficio stampa del Comune di Rossano, a firma, questa volta, di altri componenti della segreteria regionale, Giuseppe Ranù e Salvatore Modesto, attraverso il quale quel partito offre pieno sostegno all'azione amministrativa di Mascaro. Puntuale l'ultima sortita del segretario comunale a fare l'avvocato del diavolo il 21 aprile con la quale annuncia l'appoggio a Mascaro da parte del Pd, e dove scrive che "la fuoriuscita dalla maggioranza non può essere decisa da singoli". Nel mezzo, a non prendere posizione la "restante" parte del gruppo consiliare del Pd composta dai consiglieri Calabrò e Curia che, invece, si dicono tifosi del sindaco. Ma è bene ricordare – specifica il rappresentante di Fdi – che un altro consigliere del Pd, Titti Scorza, ha abbandonato il gruppo all'inizio della legislatura per accuse al gruppo di voto di scambio, mai difese, da parte di un altro tesserato Pd, Tonino Caracciolo».

Rapani si chiede, a questo punto, ma lo chiede soprattutto a Magorno «quanti Pd ci siano a Rossano ed in generale in Calabria. Gli chiederei se si sente per davvero o gioca a fare segretario regionale del Pd, nonostante le voci fuori dal coro dei battitori liberi e di chi, scontento, si alza al mattino con la luna di traverso. Oppure di chi non lo riconosce nella sua autorità e autorevolezza – evidentemente – come quella parte della sua segreteria provinciale e del gruppo consiliare di Rossano che continuano ancora a tenere il moccolo a Mascaro, per chissà quale interesse personale. Eppure il segretario del Pd era buono a salire sul palco in campagna elettorale. Un'ultima considerazione – termina Ernesto Rapani –: ognuno tragga le proprie considerazioni sul Pd, su questa vergognosa querelle e su un valzer che sta mortificando, offendendo una città e facendo girare troppo la testa al sindaco ed ai suoi prodi che credono di essere onnipotenti. Rossano, tuttavia, sa bene – e se ne parla ovunque – che chi continua a sostenere l'amministrazione è custode di interessi».