Cosenza, randagismo: Associazione Adottami in Calabria amareggiata per politiche di Occhiuto

L'Associazione AIC-Adottami in Calabria per la tutela degli animali e dell'ambiente, a seguito delle notizie riguardanti "l'avvenuto incontro presso il Palazzo dei Bruzi in data 19 aprile c.a. tra il Comune e l'ASP in tema di Randagismo, esprime profonda amarezza per il disastroso naufragio della coraggiosa iniziativa varata dal sindaco Occhiuto nella primavera 2012, quando, con ordinanza contingibile ed urgente e ad esito di una rigorosa attività di conoscenza delle realtà del territorio di Cosenza nonché di ogni attività di prevenzione, predispose la sterilizzazione e conseguente reimmissione sul territorio dei cani vaganti".

"Certo, si sa, si trattava di un rimedio temporaneo, frutto di innumerevoli consultazioni con ASP ed Associazioni di Volontariato operanti sul territorio, ma apprendere che oggi l'Amministrazione Comunale di Cosenza, rinnegando sé stessa, operi un'inversione di marcia così decisa, ci addolora e ci spaventa".

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"Emerge la necessità di intervenire con un piano straordinario di "catture" dei randagi che rendano Cosenza una città sicura e ci chiediamo cosa sia accaduto negli ultimi mesi per determinare una situazione di preoccupazione e disagio che i cittadini non sono disposti a sopportare e non è giusto che sopportino.

Cosa ne è stato delle attività di informazione, comunicazione educazione sanitaria che il Comune di Cosenza aveva ampiamente svolto qualche anno fa e che rendevano possibile la convivenza con il cane reimmesso?

Perché il dialogo con le Amministrazioni limitrofe avviato dall'assessore Massimo Bozzo si è bruscamente interrotto?

E le attività di vigilanza e repressione dei comportamenti illegittimi da parte dei cittadini e dei proprietari perché si svolgono con discontinuità garantendo esiti logicamente inadeguati, se non addirittura inesistenti?

Gli articoli pubblicati dalla stampa ci raccontano di una solerte attività di cattura svolta dal Comune nei mesi scorsi che, se messa in relazione all'attuale presenza di branchi sul territorio, non fa che confermare le perplessità di AiC: la cattura non è lo strumento adeguato alla risoluzione del Fenomeno Randagismo.

Un piano straordinario per la soluzione di un'emergenza che non dovrebbe esistere e che, speriamo, sia solo un incidente del percorso intrapreso da un'Amministrazione che, se vuole, sa praticare la prevenzione, la vigilanza e la repressione, come ha dimostrato negli scorsi anni.

Un piano straordinario che resti tale e che non rappresenti l'affermazione di una non-strategia di gestione del randagismo.

Perché la gestione passa attraverso la presenza costante degli amministratori del fenomeno con ogni problematica ad esso collegata e l'azione di tutti gli strumenti disponibili per il superamento di ogni dolorosa conseguenza dell'assenza".