Dopo oltre due anni Wanda Ferro si insedia in Consiglio regionale: "Scusate il ritardo"

ferro wandaconsregE' entrata accompagnata dal Presidente del Consiglio regionale, Nicola Irto. Wanda Ferro ha fatto così il suo ingresso nell'Assemblea legislativa, prendendo posto nello scranno a lei assegnato nell'Aula "Francesco Fortugno". Il primo atto approvato dal Consiglio del Consiglio regionale apertasi a palazzo Campanella é stata proprio la convalida dell'elezione di Wanda Ferro.

"Un momento che vivo con gratitudine nei confronti dei calabresi che mi hanno affidato il compito di rappresentarli dai banchi della minoranza - ha esordito - ma non posso nascondere il dispiacere per l'esclusione di Giuseppe Mangialavori, giovane professionista che ho sempre avuto vicino e che stimo per capacità e doti umane.
Si conferma il principio che non ci sia rosa senza spine, ma sono certa che Giuseppe Mangialavori continuerà a rappresentare una grande risorsa per il centrodestra e per la Calabria. "Viaggiando da Catanzaro pensavo che oggi è per me un po' come il primo giorno di scuola; un momento atteso e sofferto, e quindi è naturale una giusta emozione. Si può arrivare al primo giorno di scuola da ripetenti, e non è il mio caso, da studenti in perfetto corso, e non ci siamo: io è come se ci arrivassi da privatista, ho studiato a casa, ma soprattutto tra la gente, condividendo le ansie di chi ripone le proprie aspettative in quello che da oggi sarà anche il mio impegno quotidiano.

Wanda Ferro, in Consiglio regionale, dove oggi si é insediata, ha preso posto tra i banchi del Gruppo Misto, andandosi a sedere accanto a Domenico Tallini e Fausto Orsomarso, gli altri componenti del gruppo consiliare di cui lo stesso Orsomarso é Presidente.

"Ai calabresi mi sento di dire: "Scusate il ritardo", anche se non è del tutto colpa mia, e guardando indietro nel tempo, mi rendo conto che in questi due anni non mi sono persa quasi niente, che non c'è stato quello scatto in avanti che i calabresi avrebbero meritato.

Ho espresso più volte, sulla stampa, il mio giudizio sulla vicenda che mi ha impedito di esercitare dal primo giorno il mandato di consigliere di opposizione, ovvero come ha detto qualcuno di leader dell'opposizione; oggi ribadisco la necessità di conoscere le responsabilità, ad ogni livello, di un gravissimo vulnus al sistema democratico calabrese. Il Governatore della Calabria, Mario Oliverio, è stato il mio avversario in campagna elettorale, ed è nelle regole del gioco; peccato che lo sia stato anche dopo quando la giunta si è costituita in giudizio contro la mia elezione; due anni in attesa di veder riconosciuto il mio sacrosanto diritto a sedere in questi banchi, ma la mia esperienza è cosa di poca importanza rispetto al diritto dei calabresi di avere un futuro, il diritto dei giovani di sperare in un posto di lavoro, il diritto di una buona sanità, di scuole sicure, di un mare pulito, delle nostre meraviglie valorizzate e non offese.

Ecco, da oggi il mio diritto negato diventa un dovere assoluto, il dovere di rappresentare i calabresi che avevano creduto in me, ed ancora una volta esprimo il mio sentimento di riconoscenza a tutti coloro che mi sono stati accanto in questi due anni, sostenendomi e dandomi forza; e ringrazio la stampa, che non ha mai spento i riflettori nella consapevolezza, ritengo, che quella che ho combattuto non sia stata una battaglia personale, ma che i valori in gioco erano quelli della piena legalità delle istituzioni e della tutela della democrazia"

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Tante le questioni affrontate nel corso del suo intervento, tutte accomunate dal senso di responsabiltà che - Wanda Ferro assicura - guiderà il suo agire: "Responsabilità, nei confronti dei giovani che vedono il futuro come una minaccia, delle famiglie lasciate sempre più sole, di una realtà economica ed imprenditoriale che vuole correre ma è frenata da una burocrazia lenta e farraginosa, responsabilità nei confronti delle fasce più deboli, degli anziani, di chi si confronta con la malattia o la disabilità;
mi batterò affinché la politica e la buona amministrazione si facciano in mezzo alla gente, non al piano attico di una cattedrale blindata nel deserto delle idee, non più tra i sorrisi ed il compiacimento servile di chi ci circonda e ci fa dimenticare che un ragazzo disabile ha diritti che non possiamo negare o trascurare, per i quali dobbiamo vestirci di umiltà e rimboccarci le maniche prima che a ricordarcelo siano le televisioni nazionali. Mi batterò per aiutare a far crescere la libertà dal bisogno, valore fondante di ogni sistema democratico, la libertà dalla clientela, dall'appartenenza al referente politico, mi batterò per affermare i valori del merito, delle capacità, della solidarietà. Sono passati più di due anni da quando ho proposto ai calabresi una sfida di rinnovamento nel segno di questi valori: allora avevo lanciato uno slogan: "Calabria, diventa ciò che sei", era un messaggio di speranza e di fiducia nelle capacità dei calabresi, era una sfida di rottura con il passato, sulla quale non ho trovato grande consenso, ma oggi riparto con la stessa identica convinzione". Parola d'ordine: opposizione seria e concreta: "Quello che sarà il mio impegno ritengo dovrà essere l'impegno della minoranza, e qui dentro c'è ancora un gruppo disposto ad essere minoranza. Certo, non ho la pretesa di cambiare il mondo, non avrò neanche la possibilità di farlo, dai banchi dell'opposizione, perché io sono opposizione e lo sarò, senza se e senza ma. Ma proverò, quanto meno, a dare il mio contributo affinché niente sia più trascurato". E poi legalità, trasparenza: "La Calabria può e deve rialzarsi. L'ho scritto nel mio programma elettorale e rivolgo quelle stesse mie parole al presidente Oliverio: Presidente, perché questa Calabria diventi realtà ciascuno di noi dovrà scegliere con determinazione, ogni volta, il bene comune rispetto agli interessi di parte. Presidente, se lei sarà capace, finalmente, di risvegliare la capacità di riscatto, di rinnovamento, di ricostruzione di questa nostra Calabria, se saprà essere davvero il custode del bene dei calabresi, avrà da parte nostra una collaborazione leale e costruttiva. E da parte mia in particolare, per tutto quanto significhi e rappresenti la mia presenza in quest'aula. Ma proprio in virtù del significato del mio ingresso in questo consiglio regionale sono anche pronta a non fare sconti, a mettere in campo tutta la mia personale esperienza e determinazione affinché la rivoluzione che avevo immaginato possa finalmente diventare realtà".

Wanda FERRO

Entra in Consiglio regionale il 20 febbraio 2017 a seguito della sentenza n. 243/2016 della Corte Costituzionale, sostituendo, dopo la decisione del Tar Calabria del 26 gennaio 2017, il consigliere Giuseppe Mangialavori. Candidata alla presidenza della Regione nel 2014 con una coalizione di centrodestra (FI, Cdl e Fratelli d'Italia), è alla prima legislatura regionale. Ha aderito al Gruppo Misto
Nata a Catanzaro il 24 marzo 1968, è laureata in Lettere Moderne presso l'Università degli Studi della Calabria.
E' stata consigliere comunale di Catanzaro con Alleanza Nazionale dal 1997 al 2006. Assessore alla cultura al comune di Catanzaro dal 2001 al 2006, nonché vicepresidente del Consiglio comunale della città capoluogo dal 2006 al 2011, è stata eletta Presidente della Provincia di Catanzaro nel 2008, la prima donna a capo di un ente intermedio in Calabria. Dal 2013 al 2014 su decreto del Presidente della Repubblica è stata Commissario Straordinario della Provincia di Catanzaro. Coordinatrice provinciale di Alleanza Nazionale fino al 2009, dopo aver aderito al Popolo della Libertà, è stata eletta coordinatrice per la provincia di Catanzaro e successivamente – dopo l'adesione – coordinatrice provinciale di Forza Italia (attualmente è vice coordinatrice regionale di FI). Consigliere di Parità Regionale, è stata Presidente dell'UPI regionale (Unione delle Province Italiane) e componente del Consiglio direttivo dell'UPI nazionale. Nel 2010 è stata insignita del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica. Tra gli hobby, la lettura, l'arte, la musica, il teatro ed è collezionista di soldatini di piombo e "crest" militari.