Fusione Rossano-Corigliano, Geraci ora chiede a Oliverio di rinviare il referendum

geraci giuseppe500"I più recenti accaduti mi inducono a chiederLe di soprassedere alla fissazione del referendum propedeutico alla fusione del Comune che ho l'onore e l'onere di rappresentare con quello di Rossano.
Una determinazione, la mia, difficile ma necessaria, alla quale sono pervenuto con difficoltà emotiva, attesa la mia propensione a favorire, da sempre, l'auspicata anzidetta fusione". E' quanto sostiene Giuseppe Geraci, sindaco di Corigliano Calabro, in una lettera inviata al Presidente Oliverio.

"Le motivazioni della mia richiesta – rese peraltro note, in gran parte, nel mio ordine del giorno depositato nel corso dell'audizione presso la Commissione Regionale competente tenutasi a Reggio Calabria in data 18 gennaio 2017 – risiedono: nelle affermazioni rese dalla consigliera comunale di Rossano Patrizia Curia che, in data 19 dicembre 2016, ha manifestato chiare preoccupazioni in relazione alla precarietà dei conti del suddetto Comune, tali da potere determinare addirittura il ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale ovvero il dissesto.
Una conclusione che ha ingenerato legittime preoccupazioni, anche alla luce della successiva intervista del 12 gennaio 2017, rilasciata a L'Eco dello Jonio, dall'assessore al bilancio del Comune di Rossano, Nicola Candiano, che ha dichiarato che i conti comunali sono affetti da una condizione di "febbre alta". Un sospetto che ha generato, tra l'altro, una circostanziata interrogazione fatta all'Amministrazione rossanese dai consiglieri Comunali Tonino Caracciolo e Marinella Grillo, a tutt'oggi priva di riscontro, con la quale i medesimi hanno chiesto una formale risposta sullo stato dei conti comunali, attese le allarmanti voci di prossimità al default".

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E ancora: "nel mancato riscontro dell'Amministrazione rossanese al mio formale invito (del 30 gennaio 2017) a verificare tempestivamente, di conseguenza, lo stato dei conti che, stante alla stampa, sono alquanto precari e, in quanto tali, ragionevolmente preoccupanti per il buon esito della procedura di fusione di che trattasi; nella istanza avanzata dai Comuni di Cassano all'Jonio e Villapiana, sulla base di apposite delibere assunte dai rispettivi Consigli, per essere coinvolti nella fusione in atto. Una pretesa che condivido non fosse altro perché darebbe modo di generare una Città da assoluto primato, conosciuta nel mondo, di certo funzionale a produrre un considerevole sviluppo dell'area dell'Alto Jonio, di crescita e di occupazione qualificata. Al riguardo, mi premurerò di sentire a breve le rappresentanze dei portatori di interesse, anche privato, presenti nel mio Comune in appositi appuntamenti di ascolto, all'esito dei quali relazionerò in Consiglio comunale allo scopo di integrare la delibera n. 3 dell'1 febbraio 2016. Nel contempo farò richiesta di approvazione di un apposito e conseguenziale emendamento integrativo alla delibera consiliare approvata recentemente, su proposta del consigliere Graziano, dal Consiglio regionale nella seduta del 27 gennaio 2017, tale da consentire l'estensione della fusione quantomeno al Comune di Cassano all'Jonio; nelle preoccupanti dichiarazioni rese, da ultimo, dall'assessore al bilancio del Comune di Rossano, Nicola CANDIANO nel corso di un'intervista, pubblicata l'appena 18 febbraio scorso, dalle quali si desumono due circostanze, che necessitato di un serio approfondimento. Esse riguardano un'intervenuta nota della Sezione regionale di controllo della Corte dei conti calabrese, ove vengono sottolineate importanti debolezze del bilancio rossanese, e la quasi ammissione della precarietà dei conti comunali e un saldo di cassa perennemente negativo, tali da non escludere la dichiarazione di dissesto. Un pericolo che, se tradotto in formale accertamento, ex d.lgs. 149/2011, e conseguenziale assunzione di un provvedimento sanzionatorio del Giudice contabile, renderebbe impossibile la prosecuzione della intrapresa procedura, certamente non conveniente per i miei concittadini, in favore dei quali la mia Amministrazione ha lavorato sin dal 2013 per garantire loro finalmente, dopo tre anni di gestione oculata e parsimoniosa, un bilancio comunale sostenibile. Fatte queste doverose considerazioni, allo scopo anche di evitare che decisioni così importanti vengano inquinate da prese di posizioni estranee alle Amministrazioni ovvero da conduzioni di tipo meramente propagandistico, Le chiedo formalmente di volere rinviare ogni decisione, di almeno 90 giorni, riferita all'indizione del programmato referendum, allo scopo di verificare quanto necessario alla chiarezza e a formalizzare l'estensione della fusione al Comune di Cassano all'Jonio".