Fusione, appello alla chiarezza di Antoniotti (Rossano prima di tutto): "Il Sindaco di Corigliano spieghi la sua posizione"

Fusione Corigliano-Rossano, la posizione di Geraci è enigmatica. È da tempo che ci chiediamo quale sia la chiave per decriptare la posizione dell'amico sindaco di Corigliano. Che sulla questione, nel corso del suo ultimo mandato, ha avuto un netto cambiamento di vedute. Capisco e capiamo tutti l'esigenza futura e l'opportunità di poter ampliare e coinvolgere i territori contermini in un progetto di aria vasta. Ma è inimmaginabile, quanto inappropriato e anacronistico, farlo ora! È in corso un progetto, che non è solo politico e istituzionale, ma innanzitutto di coscienza che va portato a compimento. È su questo che ci dobbiamo confrontare. E Geraci,dica chiaramente e con l'onestà intellettuale che lo ha sempre contraddistinto quali sono le difficoltà che lo rendono reticente nei confronti della fusione. Ammesso che, posta sulla bilancia dei pro e dei contro, la realizzazione di un'unica municipalità giova istituzionalmente, culturalmente e strategicamente ai cittadini delle due Città.

--banner--

È questo l'appello alla chiarezza lanciato dal capogruppo consiliare di Rossano Prima di Tutto, Giuseppe Antoniotti, al Sindaco di Corigliano Giuseppe Geraci, al fine di fare piena luce sugli atteggiamenti contraddittori del Primo cittadino in merito al processo di fusione delle due Città dell'Area urbana che di recente, grazie alla Legge regionale Graziano, ha fatto registrare un importante passo in avanti.

Nel 2013 – ricorda Antoniotti - a chiusura di una parentesi commissariale funesta per il Comune di Corigliano, con l'amico Geraci, spronati dal Comitato delle 100 Associazioni, iniziammo concretamente un percorso politico mirato a realizzare quel sogno che negli anni e nei decenni passati, anche a causa di chi amministrò la nostra Città avendo una visione territoriale miope e ristretta, era stato spesso osteggiato ed ostacolato. Ricordo bene l'entusiasmo di Geraci nel voler finalmente ed in modo concreto iniziare il processo di fusione delle due Città di Corigliano e Rossano. Anzi ricordo la sua perseveranza nel voler portare avanti insieme, lui da sindaco neo eletto ed io all'epoca già a metà mandato, progetti strutturali mirati ad una sana e positiva conurbazione tra i due centri. Fu così che avviammo il programma per il depuratore consortile, insieme ci battemmo per la vertenza del tribunale così come anche cercammo di spronare insieme e con forza la Regione Calabria in merito alla realizzazione del nuovo ospedale della Sibaritide. O, ancora, optammo per l'applicazione del decreto 35 per pianificare i debiti dei due Comuni cosicché nell'eventuale e auspicata fusione non ci fossero problemi di sorta nell'attuazione del nuovo bilancio. Tutto questo con il solo intento di creare e costruire le basi della Città unica. Approvammo con convinzione – aggiunge il Capogruppo di RpT - le due delibere consiliari. Certo, con qualche difficoltà in più nell'Assise civica coriglianese. Ma pensavamo che il giusto e positivo confronto interno alla politica avesse dato il suo riscontro definitivo ed inequivocabile proprio in quell'atto pubblico e ufficiale. Da lì in poi, però, è stato un susseguirsi di dubbi, perplessità, incertezze, pareri assurdi chiesti a professionisti palesemente condizionati dalle logiche politiche che da sempre e storicamente osteggiano la crescita del nostro territorio. Per finire poi all'ultima, solo in ordine di tempo, iniziativa a sostegno di una improbabile fusione allargata con il Comune di Cassano. Alla quale Geraci ammicca, nonostante stia suscitando indignazione in larga parte del tessuto sociale e politico cassanese, e nonostante sia stato concretizzato il passaggio essenziale in Consiglio regionale con l'approvazione della legge sulla fusione dei due Comuni proposta, con grande merito, dal consigliere regionale Giuseppe Graziano.

Caro Sindaco e amico Geraci - questo l'appello di Antoniotti - non lasciarti incantare dalle sirene di chi ha sempre cercato di spezzare le redini a questo territorio. Non esaudire involontariamente le preghiere quotidiane di chi vuole che questo progetto di fusione non vede mai la luce. Impegniamoci insieme per portare tra la nostra gente il positivo messaggio che unire istituzionalmente le due città non significa perdere la propria identità ma dare un valore ed una nuova autorevolezza a questo territorio. Non è più il tempo delle beghe politiche, ora bisogna pensare esclusivamente al bene collettivo.