Cosenza, Molinaro (FI Giovani): "Con Trump nuovo capitolo della storia globale"

"Con l'insediamento di Donald Trump, si apre un nuovo capitolo della storia americana e di quella globale. Uno dei motti del neo-presidente è "America First" e, se si legge tra le righe, questo è un chiaro messaggio che fa comprendere quella che sarà la strategia interna ed estera (che è quella che maggiormente spaventa gli scettici) americana dei prossimi quattro anni". Lo scrive Deborah Molinaro, coordinatrice Dipartimento Politica Estera e Sicurezza FI Giovani Cosenza.

"Molto probabilmente si vedrà un'America impegnata a risolvere i suoi (tanti) problemi interni e ciò ci riporterà indietro di circa un secolo, aprendo una nuova fase isolazionista della politica americana. Questo si traduce in un' azione che, indirettamente, coinvolgerà tutto il globo: gli USA infatti, per prediligere le problematiche interne, abbandoneranno il ruolo di paladini della pace mondiale che li ha spinti per troppo tempo ad essere coinvolti in qualsiasi contesa internazionale".

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"Secondo Donald Trump non è compito degli Stati Uniti mantenere l'ordine mondiale, per questo motivo sicuramente verranno messi in discussione trattati internazionali come la NATO (nata per contenere l'Unione Sovietica e poi convertita in un'alleanza militare in continua espansione), che ha ormai perso la sua ragione d'esistere (ed è proprio questo che i democratici Obama e Clinton non volevano riconoscere forse perché un pò rimpiangono il periodo della guerra fredda), e il North American Free Trade Agreement (NAFTA). Inoltre la pseudo amicizia con Putin vedrà gli USA meno preoccupati delle riforme politiche ed economiche russe, gli islamici radicali non vedranno più coinvolti il grande satana in Medio Oriente, gli iraniani verranno contenuti con accordi bilaterali che andranno a controllare la proliferazione di armi nucleari. L'unica incognita sembrerebbe la Corea del Nord che, secondo quanto affermato durante il discorso di fine anno di Kim Jong-un, sarebbe pronta al lancio di missili balistici intercontinentali. Il nuovo Potus non sembra per nulla spaventato da ciò e anzi critica l'immobilismo cinese nei confronti della vicenda. Questa sicurezza è dovuta al fatto che, secondo molti, ci vorrebbero ancora dai cinque ai dieci anni di ricerche prima di poter effettuare un lancio di una testata nucleare nordcoreana. Le preoccupazioni maggiori sono invece rivolte al fatto che la capacità tecnologica di Pyongyang potrebbe essere venduta ad organizzazioni terroristiche. Riguardo ciò, la linea strategica americana non è ancora nota ma in campagna elettorale Trump ha affermato che non avrebbe problemi a parlare con il leader nordcoreano.
Le risposte all'elezione di Trump, in Italia, sono state fredde e abbastanza negative senza però comprendere che la linea politica adottata da Trump a noi farebbe veramente comodo: dalla strategia del leading from behind di Obama (che, inutile negarlo, ha trasformato la Libia in una bomba ad orologeria) si passerà ad un'influenza ancora più leggera che obbligherà i paesi alleati a responsabilizzarsi. Contemporaneamente però bisogna cercare di sedare i disordini che persistono in Medio Oriente. Per fare ciò il tycoon si servirà degli alleati storici americani ma anche di nuove alleanze: prima tra tutte quella con Putin. Così facendo le sanzioni alla Russia verranno rimosse (come da sempre l'Italia desidera) e, inoltre, le forze NATO dispiegate lungo le frontiere russe potranno finalmente occuparsi della situazione critica che c'è più a sud. In definitiva, questa presidenza potrebbe essere l' occasione per l'Italia di affermarsi come leader tra le potenze europee. Perché? Semplice, con l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, l'Italia diventerà il vettore degli interessi americani in Europa e, con un ruolo ancora più determinante vista la riluttanza di Francia e Germania, con la Russia. Certo, sembra un progetto abbastanza improbabile vista la considerazione di cui gode oggi il nostro paese nella determinazione degli obiettivi e strategie dell'Unione Europea ma, se si riesce a prendere coscienza e a far riconosce l'immenso potenziale italiano, le possibilità di iniziare a muovere i fili del teatro europeo sono alte e la Presidenza di Tajani al Parlamento europeo potrebbe essere l'occasione del nostro rilancio.
Non possiamo prevedere il futuro. L'auspicio è che l'Europa non finisca come un vaso di creta tra due d'acciaio e sappia guardare al mondo con la centralità spettante".