Appalti pubblici a Cosenza: il 26 gennaio sit-in di Rifondazione Comunista

Tre grandi opere ed un unico sistema di controllo delle gare per garantire l'applicazione di un codice mafioso degli appalti ben rodato ed estremamente redditizio. Il grosso dei finanziamenti arriva da soldi pubblici, una parte minima la mette il privato a cui si garantisce la gestione dei servizi legati alla realizzazione delle opere per 25 anni. Ben "cinque lustri".

E' successo così sia per la cosiddetta aviosuperficie di Scalea, sia per gli impianti sciistici di Lorica che per la riqualificazione di piazza Bilotti a Cosenza.

In tutte e tre le gare c'è stato sempre un unico partecipante. A Cosenza, addirittura, la gara è stata ripetuta due volte con la medesima modalità. E con ribassi sulla base d'asta sempre irrisori. Possibile che dall'inizio nessuno abbia maturato sospetti?

"Quella emersa in questi giorni nel nostro territorio è una vicenda fondata su un sistema degli appalti colabrodo che, paradossalmente, nega la certificazione antimafia alle cooperative di tipo B che dovrebbero avere il compito di reinserire nel mondo del lavoro anche chi ha avuto problemi con la giustizia, lo rilascia ad esponenti di spicco della borghesia mafiosa a cui il sistema demanda la gestione di decine di milioni di euro di soldi pubblici.

Quanto accaduto rivela solo che il re è nudo. Di fronte a questa verità alcuni si eclissano, altri sciupano un'occasione per stare zitti.

Il PD - che per mesi ha polemizzato sull'estetica di piazza Bilotti e che, tra una cena e l'altra, ha gestito l'appalto di Lorica - tace d'un silenzio assordante; la Santelli e gli Occhiuto tentano di scaricare su altri la paternità delle decisioni assunte, rimestando nel torbido e cercando di occultare responsabilità politiche oggettive.

Nonostante gli impegni assunti formalmente il 26 aprile del 2013, è innegabile che il Comune di Cosenza abbia omesso di controllare, preoccupandosi di realizzare ad ogni costo "un'opera simbolo della politica del fare". E già in questi giorni le opere aggiuntive, realizzate nelle immediate adiacenze di piazza Bilotti, fanno intuire un degrado quantomeno prematuro.

Non ha garantito alcun controllo reale la Commissione trasversale di garanzia del Comune che doveva vigilare sui lavori, che è stata composta col manuale Cencelli e d in cui figura, fra gli altri, l'avvocato Oreste Morcavallo, indagato di recente per un'evasione fiscale milionaria ed il cui rampollo è stato eletto in Consiglio Comunale nella "Grande Cosenza" di Guccione.

Non sono stati operati i controlli necessari sui subappalti, sullo sfruttamento della manodopera, sul mancato pagamento degli stipendi e dei contributi. Il Comune, fino ad oggi, non ha rispettato l'accordo sottoscritto con il sindacato che, in applicazione del codice degli appalti, prevedeva l'intervento sostitutivo da parte della stazione appaltante nel pagamento delle retribuzioni dei lavoratori.

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Dire ora che i lavori continuano perché sono state sequestrate solo le quote societarie di un'impresa che ha ceduto la sua partecipazione nell'ATI ed ha chiesto il concordato preventivo, dimostra da quale parte sta l'amministrazione comunale di Cosenza".

Rifondazione Comunista denuncia questo sistema criminogeno degli appalti e delle grandi opere mangiasoldi e organizza per giovedì 26 gennaio alle ore 16.00 un sit- in proprio in piazza Bilotti con cui si vuole contribuire e dare forza alla campagna elettorale sul referendum per garantire diritti e regole certe negli appalti pubblici.