“Provincia di Cosenza, violazione di norme di legge e regolamenti”: dura disamina del consigliere Franco Bruno

"Al peggio non c'è mai fine.
E dopo l'autoproclamazione, la decadenza dei dirigenti, la conferma di reggenti, la sostituzione di componenti incompatibili, arriva la violazione dei regolamenti.
Un elencazione di abusi, più volte denunciati, che minano la corretta gestione amministrativa dell'Ente Provincia di Cosenza e ne mortificano la credibilità conquistata in anni di duro lavoro". Lo scrive il consigliere provinciale, Franco Bruno.

"Legalità e trasparenza, proclamate da qualche personaggio in cerca di notorietà, non trovano alcun riscontro negli atti e nelle procedure attuate nella gestione dell'Ente che, ormai, è divenuto esclusivamente strumento per il perseguimento di finalità personali.
Come non denunciare l'atteggiamento di un Consigliere Anziano, autoproclamatosi Presidente f.f., che si arroga il diritto di convocare una seduta del Consiglio Provinciale per procedere all'approvazione del Bilancio di previsione 2016, senza aver provveduto a depositare la documentazione illustrativa del punto all'ordine del giorno?"

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"Come non denunciare la chiara e palese violazione del regolamento di contabilità dell'Ente che, all'art. 10, prevede l'approvazione della proposta di Bilancio almeno 25 giorni prima dell'approvazione in Consiglio Provinciale?
Come non denunciare all'opinione pubblica, agli elettori, alla comunità, alle Istituzioni, che sono negate, ormai da tempo, ai Consiglieri provinciali anche le fondamentali prerogative di controllo politico-amministrativo demandate dalle norme in vigore?
Come tacere l'illegalità dilagante connessa all'approvazione di un documento che dovrebbe contenere le risorse finanziarie destinate alla corresponsione di emolumenti a due Sindaci che, nell'ambito dell'Assemblea dei Sindaci, saranno chiamati ad approvare i loro stessi emolumenti?
Come non denunciare gli incarichi agli amici degli amici, agli amici di paese, agli amici di cordata, agli amici colleghi avvocati, agli amici dell'azienda paolana per curare l'immagine di una Istituzione, la Provincia di Cosenza, che vive l'imbarazzo di una presenza arbitraria ed illegittima?
Come non denunciare lo stravolgimento delle procedure amministrative imposte da qualche burocrate compiacente che, pur di rivendicare obiettivi ed interessi personali, si presta ad interpretazioni confuse ed infondate, dannose per l'utenza e la comunità?
Come non denunciare la gravissima, colpevole, illegittima inerzia di un Consigliere Anziano che dopo avere annunciato l'indizione delle procedure per le elezioni del Presidente e del Consiglio Provinciale di Cosenza, non ha ancora emanato alcun atto per assicurare l'attuazione dell'iter amministrativo per il rinnovo degli organi di governo della Provincia entro il prossimo 12 gennaio 2017?
Come non denunciare la indebita permanenza nel ruolo di Presidente dell'Ente Provincia di un Consigliere sconfitto dalla sovrana volontà popolare che, con artifici giuridici ed interpretazioni compiacenti, sovverte l'esito di inequivocabili e democratiche elezioni?
Come non ricordare a qualche distratto amministratore autoproclamatosi Presidente che l'indebitamento dell'Ente, i danni generati da qualche vecchia sentenza, lo squilibrio di cassa dell'Ente sono situazioni derivanti dalla precedente gestione, da quella, cioè, di un Presidente che, ancora oggi, nelle mutate vesti di Presidente della Regione Calabria, si attarda a rimborsare alla Provincia tutte quelle risorse anticipate per il pagamento di stipendi a dipendenti trasferiti alla competenza della Regione Calabria?
Noi denunciamo tutto questo, senza timore e senza tregua. Denunciamo la degenerazione di un sistema che rende possibile la violazione di norme di legge e regolamenti nell'indifferenza generale. Denunciamo quella demagogia dilagante che mortifica ogni volontà di cambiamento ed alimenta impeti populisti difficilmente contrastabili. Noi, che siamo e siamo stati uomini delle Istituzioni, denunciamo la miseria della condotta di chi ritiene di poter costruire successi e trionfi sulla mera e volgare connivenza clientelare. Noi stiamo dall'altra parte, da quella degli uomini e delle donne che vivono del proprio lavoro, dei propri sacrifici, senza prebende e senza pretese. Noi stiamo con gli uomini e le donne che vogliono contribuire a sostenere una nuova fase, in cui la rivendicazione dei diritti sia coniugata al compimento dei doveri in una dinamica sociale scevra da interessi di parte e colma di interessi comuni. Noi siamo con gli uomini e le donne libere, che rivendicano con forza e semplicità un futuro migliore".