Unical, l’impegno di Gino Crisci per il sì alla riforma costituzionale

L'impegno di Gino Crisci per il Si alla riforma costituzionale al centro di due affollati e partecipati incontri che si sono svolti sul Tirreno cosentino. Il docente dell'Unical ha, infatti, preso parte a due appuntamenti pubblici che si sono tenuti nella giornata di domenica a Scalea e Guardia Piemontese. «Dico sì alla riforma costituzionale perché il problema del Paese, e anche della Calabria, è che siamo bloccati da un conservatorismo esasperante», ha avuto modo di ribadire il prof. Crisci che è tra i 200 intellettuali italiani che hanno firmato un appello per il Sì alla riforma costituzionale, ritenuta dai sottoscrittori del documento << una gigantesca sfida popolare che vuole togliere le istituzioni dalla palude degli inciuci e dei veti incrociati, restituendo potere di scelta alle persone>>. Particolarmente affollato a Scalea l'incontro che si è svolto presso la sede del centro anziani di Scalea, su iniziativa del comitato cittadino per il "SI", presieduto da Franco Zito.

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L'appuntamento ha visto la partecipazione del sindaco della cittadina tirrenica, Gennaro Licursi, ed è stato incentrato sull'intervista al prof. Crisci realizzata dalla giornalista Emilia Manco, nella quale sono stati illustrati i contenuti della riforma e le ragioni del SI. Vivace e interessante il dibattito che ne è seguito e che ha visto numerosi spunti e interventi dei presenti, così com'è avvenuto nel successivo dibattito che si è svolto nella delegazione Municipale di Guardia Piemontese Marina. In quest'occasione i lavori sono stati introdotti da Antonio Sacco del Comitato cittadino per il "SI" e da Giovanna Oliverio dell'analogo comitato provinciale. Sulla necessità di sostenere il SI il prof. Crisci si è sempre espresso con decisione: «Da anni gruppi di potere hanno congelato il sistema Italia, per questo sono convinto che è il momento di rompere questi meccanismi e dare una scossa, che il Paese deve raccogliere per togliersi di dosso i retaggi del passato. Bisogna poi sfatare il messaggio per cui il referendum è pro o contro Renzi: questa riforma è pro o contro il Paese».