Terremoto, le indicazioni dell'Unione ciechi di Cosenza per garantire maggiore sicurezza alle persone affette da disabilità sensoriale

In Italia ci sono 350 mila ciechi assoluti e un milione e 500 mila ipovedenti, se a questi aggiungiamo anziani e tutte le altre disabilità motorie, otterremo certamente un quadro dettagliato della situazione attuale. In caso di calamità naturale, come garantire a questa fascia di popolazione maggiore sicurezza? L'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Cosenza sottolinea l'importanza della prevenzione, grazie anche ai corsi di protezione civile da tempo attivati che mirano a garantire una maggiore autonomia alle persone con difficoltà o disabilità.

"Oggi - sottolinea il Presidente dell'Unione Ciechi di Cosenza, Giuseppe Bilotti - per le persone con difficoltà sensoriale e motoria, in caso di emergenze negli edifici, non sussiste nulla o soltanto mera improvvisazione. La tragedia del terremoto vissuto in questi giorni è il segnale che è necessario iniziare un percorso operativo e strategico in una Regione ad alto rischio come la Calabria. Queste tragedie devono aiutarci a comprendere e a rendere più sicuri i nostri ambienti e i luoghi dove lavoriamo e trascorriamo il nostro tempo. Un problema, quello della sicurezza - prosegue Bilotti- che noi persone con difficoltà sensoriale, non vedenti e ipovedenti, sentiamo molto. Nel caso di emergenze di incendi e terremoti, come potremmo fuggire e come potremmo muoverci con rapidità e nella piena indipendenza e autonomia? La nostra organizzazione, ponendosi questi interrogativi - aggiunge Giuseppe Bilotti - ha creato una struttura con specialisti che studiano per trovare le soluzioni a questi problemi. In caso di emergenze o di difficoltà, l'ambiente in cui eravamo si trasforma e muta le sue caratteristiche architettoniche, i nostri sensi possono perdere la loro lucidità e il cervello comincia a sovraccaricarsi di segnali che provengono dall'ambiente trasformato. Allora, chi sarà capace di aiutare le persone con difficoltà? Nessuno o pochi, in quanto nasce la paura che si trasforma in ricerca della salvezza, ed ognuno pensa a sé stesso". È necessario, dunque creare le condizioni per una maggiore autonomia individuale. "In questa fase entrano in gioco - sottolinea il Presidente Bilotti- una progettualità ricercata, un utilizzo di nuovi materiali e una preventiva preparazione sulle tecniche di emergenza.

Quindi, si devono inserire, nelle nostre progettazioni e nei nostri edifici pubblici:

1) Segnali tattili a terra, per rendere la pavimentazione più percettibile tattilmente, rendendola come linea guida da utilizzare per giungere alle vie di uscita. 2) Tracce che utilizzano il canale sensoriale diventando un valido strumento anche per le persone ipovedenti e "normodotate".

--banner--

Inoltre bisogna progettare dei punti luminosi molto intensi fuori dalle uscite di sicurezza per rendere la percezione visiva più forte, creando l'effetto di contrasto e di identificazione per aiutare le persone con difficoltà visive. È poi necessario posizionare segnali acustici ad intermittenza variabile come elemento di richiamo che indirizza le persone verso i punti precisi di uscita: un segnale acustico di chiamata che permette di stabilire il luogo esatto e la distanza spaziale dall'uscita.

Ma non dobbiamo escludere un ulteriore fattore: la prevenzione che ci impone di inserire nelle strutture alcune componenti fondamentali: segnalazioni tattili in rilievo e disegni ingranditi degli ambienti come planimetrie tattili con scritte Braille e schemi sintetici a rilievo, disposte agli ingressi dei luoghi e degli uffici, che permettono di evidenziare ed indicare le direttrici di fuga, costruendo così degli schemi mentali da ricordare e memorizzare. Tali indicazioni utilizzano i canali sensoriali di tutte le persone in modo facile e sintetico sfruttando al meglio le capacità sensoriali di ogni persona.

Questo elemento è fondamentale affinché le informazioni diventino un veicolo di conoscenza razionale per tutti, ma ancora di più per giungere alle persone con difficoltà visiva.

Queste sono alcune delle soluzioni da applicare nelle nostre strutture.

Da questi piccoli esempi - conclude Bilotti- nascono i principi fondamentali di accessibilità , delle pari opportunità e il principio fondamentale dell'autonomia".