Orrore in Francia, Trotta (FI): "L'obiettivo del terrorismo islamico è la normalità. L'Occidente si svegli"

"Nessuno è al sicuro. Non v'è un posto dove non possiamo arrivare e terrorizzare. È questo il format del terrorismo islamico. Un format che si estende - dichiara il giovane dirigente cosentino - anche al di fuori dell'Isis perché ad accomunare gli artefici del terrore al grido di Allah Akbar ed i folli isolati con traumi pregressi sono l'odio verso una società su cui vogliono vendicarsi e l'amore verso il clamore delle stragi rese virali dall'easy sharing. La guerra è ovunque in Europa, tra noi, nelle grandi metropoli, nei luoghi d'interesse, nei musei che raccontano la nostra cultura ma anche nei bar, negli stadi, su un lungomare o in posti sperduti. Nella chiesetta di Saint-Etienne-du-Rouvray non c'è alcunché di simbolico. È una delle tante piccole chiese francesi. Il vero obiettivo di questa crociata moderna è la normalità. Padre Jacques, ottantasei anni, avvolto dall'abito cristiano ha difeso la sua casa, la sua fede o forse ha solo reagito all'arroganza di due invasati. È stato sgozzato in nome di una guerra religiosa, in nome di una fede, quella islamica, che di moderato non ha nulla. Ciò non vuol dire che tutti gli islamici siano fondamentalisti né tantomeno che tutti i fondamentalisti siano terroristi. La maggioranza degli islamici é moderata ma basta un mucchio di folli a tenere sotto scacco il mondo. Vuol dire però che la straordinaria forza distruttiva del terrorismo islamico risiede e si alimenta nel fanatismo religioso ed è protetta da una fede religiosa nel cui humus trovano rifugio le cellule del terrore. L'Islam è un grande mare nel quale i terroristi sono gli squali. Pertanto, i terroristi islamici non sono affatto dei pesci fuor d'acqua o isolabili, come i terroristi di matrice ideologica o nazionalista, che in Italia conosciamo bene. Sono piuttosto 'pesci in acqua' alimentati, moltiplicati e protetti dal mare in cui nuotano. Bisogna dunque partire dal comprendere e chiarire il motivo della loro crociata e soprattutto è necessario contestualizzare con chiarezza e con i termini appropriati ciò che abbiamo di fronte a noi. I fondamentalisti e le cellule del terrore islamico odiano l'Occidente ed il nostro essere laici e multiculturalisti, non ammettere ciò in nome di un insensato buonismo altro non fa che alimentare l'insulsa violenza. Il cristianesimo e l'Islam sono state per un millennio due religioni forti che si costituirono come società teocratiche. Entrambe basate sulla conversione o sulla morte. Dopo il seicento la respublica cristiana si é smontata e laicizzata, l'Islam no. I termini corretti da utilizzare, dunque, sono 'guerra' e 'nemico'. È importante utilizzare le giuste parole perché utilizzarne di diverse vorrebbe dire distorcere la realtà e minimizzare ciò che non può essere minimizzato. Una cattiva diagnosi uccide il paziente. Chi dice guerra è chi riconosce la presenza di un pericolo e quindi di un nemico, chi non lo dice è chi non riconosce la presenza di un nemico. La cecità e ancor più la volontà di non vedere lascia le cose come stanno e ci impediscono di affrontare la realtà e per ciò stesso ci destinano alla sconfitta. Forse in tanti, in troppi, dimenticano ciò che ha preceduto la nostra visione laica del mondo ed il sangue che è stato versato per permettere ciò. Non è accettabile essere schiavi delle libertà gentilmente concesse. Perché la libertà vera è essere ciò che si vuole non valicando le sfere di libertà altrui non pretendere di vedere gli altri secondo la nostra visione. Non è umano tenere i nemici in casa, migliaia di foreign fighters dell'Isis come Adel Kermiche, chiamandoli con altro nome. Continuare ad ingannare noi stessi vorrebbe dire continuare nella conta dei morti. Basta. Abbiamo bisogno di politici, di preti, di intellettuali, di giovani che difendano ciò che siamo e ciò che vogliamo essere". Lo afferma una nota a firma di Vincenzo Trotta, Coordinatore Provinciale di Forza Italia Giovani Cosenza.

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