Catanzaro, il 12 febbraio storie di calabresi nella Grande Guerra alla Ubik

"Una cassetta militare. Sopra, due lettere, S.S.. Dentro ci sono foto, lettere, cartoline, che S.S. manda dal fronte prima, dal campo di prigionia poi, alla famiglia a Carpanzano (Cs). E' una delle numerose testimonianze della Calabria nella Prima Guerra Mondiale raccolte in un archivio perché quei volti, quelle voci, quella memoria non siano dimenticate. Sono storie che restano ai margini di quella ufficiale: dentro ci sono verità ancor oggi ignote e scomode. Che riguardano quelle genti del Sud cui vennero promesse terre e una vita più dignitosa per sostituire alla zappa la baionetta, ma che alla fine finirono per ingrossare le fila delle vittime di un conflitto cui erano sostanzialmente estranei". Ne discutono alla Ubik di Catanzaro Enzo Santoro, che presenta il suo libro La decimazione. Amore e morte sullo sfondo della Grande Guerra (Città del Sole) e Anna Puleo dell' Associazione culturale Linking Calabria, promotrice del progetto La Grande Guerra: il sonno del mondo.

Ci sono due versioni della Grande Guerra. La prima è quella ufficiale, che impariamo a conoscere sui libri a scuola. La seconda è quella che sta dietro le battaglie e la retorica, è la guerra meno nota, colta dal punto di vista di chi l'ha fatta, al fronte come da casa, di chi vi aderì con entusiasmo e di chi la subì, consapevole di ciò che ne sarebbe seguito in termini di vittime, sofferenze e violenze indicibili, dall'una e dall'altra parte.

E' la guerra di migliaia di meridionali mandati al macello da comandi incapaci e inetti, abituati a considerare gli uomini come pedine da muovere contro le linee nemiche; è la guerra dei campi di prigionia, dove, a causa del veto posto dal Governo italiano, neanche la Croce Rossa riusciva ad entrare; è la guerra delle deportazioni e delle violenze di massa. E' la guerra delle donne. E' la guerra delle fucilazioni arbitrarie e delle punizioni collettive, come la decimazione, che colpì anche la Brigata Catanzaro, in cui combattevano molti calabresi, costituita qualche mese prima dell'entrata in guerra e nota per l' eroismo quanto per essere stata protagonista di una delle vicende più drammatiche del conflitto, il suo ammutinamento e la condanna alla decimazione.

Da qui parte Vincenzo Santoro, studioso di storia militare, nel suo romanzo La decimazione, per ripercorrere alcune delle vicende più emblematiche della Grande Guerra attraverso le storie di tre diciottenni calabresi, scaraventati da un giorno all'altro in una spaventosa discesa agli Inferi, personale e collettiva. Un inferno in cui le vicende dei singoli si incrociano con la Storia con la maiuscola, tra la retorica governativa, le illusioni di chi era partito volontario, l'orrore senza fine dei campi di battaglia e il disincanto. C'è chi ci lascia la vita, c'è chi tornerà a casa dopo aver pagato il prezzo più alto: quello del tradimento di sé stesso e dei valori in cui crede.

Santoro è anche consulente scientifico del progetto La Grande Guerra: il sonno del mondo, realizzato dall'Associazione culturale Linking Calabria, che pubblica il magazine on line di cultura www.linkingcalabria.it. Presentato all'ultimo Salone del Libro di Torino, il progetto, che gode del patrocinio della Presidenza del Consiglio, del CEPELL, della Regione Calabria, della Provincia e del Comune di Catanzaro oltre che dell'Ufficio Scolastico Regionale, vuole restituire a un secolo di distanza la memoria dell' altra guerra, raccontata dal basso in modo massiccio, come mai è avvenuto prima né avverrà dopo, attraverso lettere, diari, cartoline, attraverso atti ufficiali e sentenze, poesie e romanzi, attraverso la parola che cerca di dire l'indicibile, attraverso le immagini raccolte dalla macchina fotografica e da quella da presa. E' la gente comune che esercita il diritto e si assume la responsabilità di contribuire a scrivere una sterminata autobiografia collettiva che racconta di un passato non così lontano, ma anche di questi nostri tempi così tortuosi e difficili.