Lamezia Terme (Cz), nasce comitato territoriale LIP

(Nascita a Lamezia Terme 29° comitato territoriale LIP e nascita Associazione locale "Per la Scuola della Repubblica" . Infine mozione assemblare inviata ai senatori. Ospite d'eccezione Prof.ssa Marina Boscaino)

Introduce e modera i lavori il Professore di Filosofia del diritto dell'Università Magna Grecia di Catanzaro Andrea Romeo che, soffermandosi brevemente sulla definizione di "Buona Scuola", pone in rilevo una contraddizione nel nome dato dal Governo alla Riforma, o meglio una "superfetazione", in quanto a prescindere dal contenuto già la si propone e presenta come "Buona".

Passa la parola alla prof.ssa Daniela Costabile che annuncia la nascita del 29esimo Comitato Territoriale LIP, ossia un comitato lametino in sostegno della Legge di Iniziativa Popolare, alternativa alla Riforma Renzi, e contestualmente comunica la nascita dell'associazione locale "Per la Scuola della Repubblica" che è anche il soggetto accreditato dal MIUR per la formazione e che ha organizzato il seminario.

Entra nel tecnico la prof.ssa Antonella Cerra, coll.re del DS dell'I.C. di Serrastretta, illustrando in maniera dettagliata ed esaustiva il disegno di legge approvanto il 20 maggio alla Camera. "I precedenti governi hanno sempre annunciato di volere esaurire il precariato storico, questo Governo invece ora intende precarizzare il personale di ruolo".

Il potere di cui viene investito il dirigente scavalca i ruoli del collegio docenti, di fatto minando la libertà di insegnamento sancita dall'articolo 33 della Costituzione.

A cominciare dal POF (Piano dell'Offerta Formativa) fatto dal dirigente che determina anche i posti necessari per l'organico. Nel Piano dell'Autonomia viene ribadito che l'applicazione debba essere fatta "senza oneri aggiuntivi per lo Stato", cioè a costo zero, ciò significa che chi ha meno avrà ancora di meno, aumentanto quindi la disparità territoriale delle scuole. Infatti non è detto che quanto previsto dal piano triennale venga di fatto concesso. Si sofferma sulla costituzione delle reti di scuole, nelle quali confluiranno i docenti, che non apparterranno più ad un singolo istituto, ma saranno inseriti nella rete. Questo implica anche l'accorpamento delle segreterie e la suddivisione dei compiti con l'esternalizzazione di alcuni servizi. Passa quindi alla definizione di "ambito territoriale", quello che prima è stato definito "albo", di cui comunque ancora rimane ignota l'estensione, ciò che è certo è che vi confluiranno i nuovi immessi, chi chiede il trasferimento e chi va in esubero. Il dirigente "propone" gli incarichi a chi è nell'ambito, cioè al docente che si "candida", che può quindi passare a diversi ordini di scuola anche senza specifica qualifica, ma ricevendo l'incarico anche con un "colloquio", in stile americano. Il recente emendamento che esclude il parentato dal conferimento degli incarichi di fatto non elude il problema, perché si aprirebbe lo stesso un mercato di scambio di incarichi e favori fra dirigenti e scuole. Un'altra aspra critica al conferimento di una retribuizione accessoria per dei meriti assegnata dal dirigente in seguito alla valutazione di un comitato del quale fa parte anche un genitore ed uno studente, che di fatto rappresenta una inopportuna e deleteria presenza. Resta nell'attuale disegno lo scool-bonus, cioè il tanto discusso sgravio fiscale a chi scrive i figli alle private, mentre è stato levato il 5 per mille a favore di una singola istituzione scolastica.

La prof.ssa Marina Boscaino, blogger del Fatto Quotidiano e di MicroMega, e referente nazionale del comitato a sostegno della LIP e della Associazione "Per la Scuola della Repubblica", illustra la LIP, che invece è stata concepita nel pieno rispetto della Costituzione. Ripercorre brevemente le varie fasi che hanno portato il governo al concepimento del disegno di legge, cominciando dall'estate scorsa, quando si iniziò a parlare dell'aumento a 24 ore di servizio a parità di stipendio e quando l'allora sottosegretario Reggi iniziò la provocazione affermando che l'istruzione camminava con "due gambe", ossia con la scuola statale e con la privata. A settembre veniva lanciata la "Buona Scuola". Una ulteriore fase sarà lo sviluppo della legge delega che il governo si riserverà in seguito all'approvazione finale di questo ddl. Ripercore le fasi della LIP, la quale nasce a Venezia il 30 gennaio del 2005, dopo un lungo e condiviso percorso, in seguito alle riforma della Moratti. Nel 2006 furono costituiti 53 comitati che iniziarono una raccolta firme a sostegno di questo disegno che raggiunse le 100mila firme, da nord a sud dell'italia. Fu depositata alla Camera come legge 1600 della XV legislatura. La VII commissione della Camera (cultura) comincia a lavorarci nel 2007. Ma nel 2008 con l'arrivo di Berlusconi e la XVI legislatura viene abbandonata la discussione. I principi fondamentali della LIP sono quelli dettati dalla Costituzione, a partire dal primo ordine di istruzione, cioè l'infanzia, passando dalle elementari nelle quali è previsto il ritorno ai "moduli", un pieno rispetto della libertà di insegnamento e la soppressione del sistema nazionale di valutazione e di tutti i detriti della riforma Gelmini. Si richiama all'articolo 3 della Costituzione circa la rimozione degli ostacoli che impediscono la libertà e l'uguaglianza dei cittadini. Continua con le tappe della LIP, avendo rivolto , il 15 maggio, a tutti i parlamentari un appello per adottare i 29 articoli della LIP. Parlamentari del M5Stelle e di SEL con alcuni dissidenti del PD hanno depositato il 2 agosto il Disegno di Legge della LIP alla Camera ed al Senato il 2 agosto 2014, nella stessa versione del 2006. Contestualmente si chiedeva ai sindacati di adottarla, rispondendo a questo ulteriore appello l'Unione degli Studenti, la CGIL-FLC e l'Unicobas, mentre il 7 aprile al Comitato LIP è stata concessa una audizione alla Camera.

Il prof.re Lucio Ficara, redattore della "La Tecnica della Scuola", inizia con l'analisi della violazione di diritti acquisiti, di fatto definendo un "job-act della scuola" e una abolizione dell'articolo 18. Si prospetta infatti un aumento del carico di lavoro a parità di stipendio, ed una contrattazione di istituto che non avrà più senso fare per mancanza di fondi. La preoccupazione non è la chiamata diretta, perché di fatto non è attuabile. Il CCNL rappresenta un ostacolo alla applicazione del DDL, insieme alle graduatorie, essendo quindi gli elementi che dovranno essere aboliti a breve. Gli articoli 28 e 29 del CCNL non potranno essere rispettati, pertanto il prossimo attacco sarà proprio a questa forma di tutela, ferma dal 2007. Per dare attuazione al ddl occorre conferire poteri maggiorati ai presidi, in quanto è utile tenere sotto ricatto il corpo docente, destinato ad accettare qualsiasi incarico, con la decadenza e superamento anche delle 6 ore massime aggiuntive.

Afferma inoltre: "Io non ho paura di quello che è scritto in questa Riforma, ma di quello che non è scritto", riferendosi quindi alle deleghe in bianco dell'art.21, che di fatto rimetterebbero le riforme di diversi settori della scuola nelle sole mani dei ministri, scavalcando qualsiasi dibattito e confronto con i rami del Parlamento. Conclude esortando l'adozione della LIP e affemando con amarezza che "questo Stato ha svenduto la scuola pubblica sull'altare della troika".

Conclude gli interventi il prof.re Andrea Lollo, Avvocato e professore di Giustizia costituzionale presso l'Università Magna Grecia di Catanzaro. Nel suo intervento egli ha evidenziato che il ddl di cui si tratta, determinerebbe un'aziendalizzazione della scuola pubblica, di dubbia compatibilità con il dettato costituzionale. Peraltro, l'art. 33 della Costituzione sottolinea che "La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi" e pur riconoscendo ad enti e privati il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, tuttavia si evidenzia che l'intervento educativo privato deve avvenire "senza oneri per lo Stato" principio quest'ultimo che rischia di essere disatteso dal recente ddl sulla scuola, attesa la previsione di finanziamenti per le scuole paritarie. Per quel che concerne l'Autonomia scolastica, il prof. Lollo ha poi precisato che essa non può essere considerata un valore in sè, un valore assoluto, poichè essa ha un senso in quanto è funzionale a dei contenuti, altrimenti contrasterebbe con i principi di uguaglianza e solidarietà previsti dalla Costituzione finendo, infatti, per creare scuole di serie A e scuole di serie B. E proprio sotto il profilo della disparità di trattamento e quindi di violazione dello stesso art. 3 Cost., egli ha successivamente affrontato il tema dei dipendenti della Scuola Pubblica che, alla luce delle disposizioni del ddl, rischiano di ricevere un trattamento differente in senso peggiorativo rispetto a tutti gli altri dipendenti della Pubblica Amministrazione (di cui il sistema di istruzione pubblica fa parte). La precarizzazione dei docenti, di fatto introdotta dal ddl, è il sintomo di una tendenza alla precarizzazione di tutti i rapporti lavorativi, che va in controtendenza rispetto ad alcune decisioni, come quella della Corte di Giustizia Europea del 26 novembre 2014, nella quale si specifica che l'indirizzo internazionale deve andare verso l'utilizzo di contratti a tempo indeterminato e non a tempo determinato. Essa sancisce l'obbligo di stabilizzare i precari, mentre il ddl finisce con il precarizzare il personale di ruolo. Il che si traduce in una violazione della dignità della persona umana, che realizza se stessa proprio mediante l'attività lavorativa. Si ricorda che l'art. 1 Cost. pone proprio il diritto al lavoro a fondamento della Repubblica.In merito, poi, al sistema di valutazione dei docenti introdotto dal ddl, il prof. Lollo ha ribadito che esso pone qualche dubbio di compatibilità con l'art. 33, Cost., che nel 1° comma stabilisce che "L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento" principio minato dalla composizione del cd comitato di valutazione che al suo interno vedrebbe, tra l'altro, genitori e alunni, che oltre a non possedere le necessarie competenze in ordine alla valutazione dell'attività di insegnamento e ad essere portatori di un palese conflitto di interessi, avrebbero la possibilità di orientare la necessaria discrezionalità tecnica dei docenti.

Riguardo al sistema di reclutamento dei docenti attraverso la chiamata diretta del DS esso pone qualche problema di compatibilità, tanto con il principio dell'accesso al pubblico impiego attraverso il concorso pubblico, quanto con l'art. 97 Cost. che contiene i principi di imparzialità e di buon andamento della Pubblica Amministrazione. Il limite del triennio per i contratti a chiamata diretta sottopone i docenti ad una valutazione discrezionale da parte dei dirigenti che non solo va a violare il principio di imparzialità della PA, ma che apre la possibilità di influenze esterne (anche a carattere mafioso) sulle scelte dei DS e finisce per incidere sulla stessa libertà di insegnamento costituzionalmente garantita. Quale docente di fronte alla scadenza del suo contratto dopo i tre anni non sarà in un certo senso ricattabile?

Da ultimo, il prof. Lollo ha trattato il tema dei possibili rimedi a tali storture sempre che permangano nel testo definitivo del ddl. Innanzitutto, egli ha espresso il suo favore verso la costituzione di comitati di docenti che facciano sentire la loro voce, eventualmente anche azionando strumenti di partecipazione popolare come il referendum abrogativo.

Fallita tale strada, l'unico rimedio esperibile sarà quello di aprire il contenzioso amministrativo, magari anche attraverso la cd class action, e, in quella sede, provare a sollevare le questioni di legittimità costituzionale di cui si è ampiamente trattato.
Insomma questo DDL si prospetta fin da subito una istigazione al conflitto.

Infine i docenti convenuti, in forma assemblare hanno stilato una lettera documento indirizzata ai senatori della Repubblica, in cui vengono illustrati i punti critici della Riforma. Il documento contiene una richiesta esplicita al Senato di non votare il DDL 1934 e al contempo i docenti annunciano ancora mobilitazioni e adesione allo sciopero degli scrutini.