Taverna (Cz), prorogata per altre due settimane la mostra "Caravaggio e Mattia Preti: un confronto possibile"

È stata prorogata di due settimane, per il grande successo riscontrato, la mostra "Caravaggio e Mattia Preti: un confronto possibile" che vede la presenza a Taverna, per la prima volta in Calabria, di un dipinto di Michelangelo Merisi il "San Giovanni Battista", concesso dalla Galleria nazionale d'Arte antica in Palazzo Corsini di Roma. La mostra, a cura di Giorgio Leone e Giuseppe Valentino, con il contributo scientifico di Caterina Bagnato e Rossella Vodret, chiuderà i battenti domenica 17 maggio. Il percorso espositivo, allestito nel Museo civico e nella chiesa monumentale di San Domenico, a Taverna, ha messo a confronto l'iconografia di "San Giovanni Battista" realizzata dai due artisti: quella dipinta da Caravaggio nel periodo 1603- 1607 e quella ideata nel 1672 da Mattia Preti per il suo altare padronale. Aperta dal 25 marzo scorso, la mostra ha registrato, secondo i dati aggiornati a ieri, 7.200 visitatori, tra cui numerose scolaresche, con picchi di maggiore affluenza nei "ponti" festivi del 25 aprile e del primo maggio. L'esposizione è frutto della sinergia avviata dal Museo civico di Taverna con il Segretariato regionale del Lazio, diretto da Daniela Porro, e con la Galleria Nazionale d'Arte Antica in Palazzo Corsini, diretta da Giorgio Leone. L'evento è stato accompagnato anche da giornate di studio, promosse dal Comitato scientifico della mostra, che hanno reso possibile l'approfondimento delle problematiche dell'opera pretiana e caravaggesca, soprattutto gli aspetti stilistici e tecnici, oltre a momenti di studio sulla storia umana dei due artisti che vestirono entrambi l'abito dei Cavalieri di Malta. Lo scambio culturale avviato tra Taverna, patria di Mattia Preti che nacque nella cittadina calabrese nel 1613 e morì a Zurrieq (Malta) nel 1699, si è arricchito anche con l'esposizione nelle sale della Galleria nazionale d'Arte antica di Palazzo Corsini, a Roma, del "Martirio di San Sebastiano", opera del Cavalier Calabrese, artista che proprio nella capitale mosse i primi passi nel mondo dell'arte pittorica.