Catanzaro tra i Comuni partecipanti al secondo rapporto Urbes sul benessere equo e sostenibile

"La dicotomia a livello urbano tra Centro-Nord e Mezzogiorno continua a persistere, ma accanto alle criticità e ai ritardi fra le città meridionali vi sono anche casi, come a Catanzaro, in cui emergono dinamiche positive e potenzialità che le amministrazioni sono chiamate a tenere in considerazione per migliorare la qualità della vita sul territorio". E' quanto afferma l'assessore ai servizi demografici Giovanni Merante riguardo ai risultati del Rapporto Urbes sul benessere equo e sostenibile nelle città italiane, presentato ieri nella sede nazionale dell'Anci a Roma, alle cui rilevazioni ha partecipato anche il Comune di Catanzaro attraverso le ricerche effettuate dall'Ufficio statistica e toponomastica, diretto da Giuseppina Casalinuovo. Lo studio, frutto della collaborazione fra l'Istat e 29 amministrazioni locali (le 10 città metropolitane continentali ed altri 14 Comuni capoluogo), utilizza dodici dimensioni - Salute, Istruzione e formazione, Lavoro e conciliazione tempi di vita, Benessere economico, Relazioni sociali, Politica e istituzioni, Sicurezza, Benessere soggettivo, Paesaggio e patrimonio culturale, Ambiente, Ricerca e innovazione, Qualità dei servizi - per misurare l'incremento del benessere dei cittadini, così da ottenere un quadro da affiancare a quello macroeconomico, tradizionalmente utilizzato per la misura della crescita. Uno strumento importante, dunque, anche nell'ottica di una più efficiente pianificazione e programmazione da parte delle amministrazioni comunali. Se, come era da attendersi, le città meridionali inseguono rispetto al reddito, alle condizioni materiali di vita e all'occupazione, ma anche su speranza di vita, livelli di scolarizzazione, conservazione del patrimonio edilizio, ricerca e innovazione e dotazione di servizi culturali e per la prima infanzia, non mancano – osservano i ricercatori Istat – temi su cui sono alcune città del Sud ad avere performance mediamente migliori di quelle del Centro-Nord. E questo avviene per i reati contro il patrimonio e le problematiche della mobilità urbana, anche se Catanzaro si distingue a livello nazionale per un particolare primato: tra le province delle città non metropolitane, Catanzaro è quella in cui si registra il tasso di mortalità per demenza più basso (20,1 decessi per 10.000). Il Capoluogo calabrese registra rispetto al target dei laureati di 30-34 anni valori più elevati di molte città del Nord e del Centro (32,3% rispetto alla media nazionale del 22,3%) anche se cresce la percentuale dei giovani che non lavorano, né studiano e quella relativa al tasso di mancata partecipazione al lavoro e al rischio di povertà.