Nocera Terinese (Cz), anche quest'anno c'è attesa per il controverso rito dei "vattienti"

Anche quest'anno si rinnova l'antico rito dei 'battenti' o 'vattienti', uno degli appuntamenti più sentiti della Settimana pasquale: tra giovedì e sabato, a Nocera Terinese i 'fedeli penitenti', durante la processione, si flagellano battendosi le gambe con pezzi di vetro, fino a sanguinare. In seguito, ricoperti di sangue e ferite, simboli del supplizio di Cristo, percorrono le vie del paese, 'visitando' le case di amici e parenti. Il rito risale al 1473 ed ha una storia assai controversa: in passato, infatti, è stato formalmente condannato dal Vaticano, tanto che i 'vattienti' erano in via di estinzione; e la pratica fu in alcuni casi anche vietata dalle forze dell'ordine. Fino a quando, nel 1997, la cerimonia è tornata in auge.

IL rito dei "Vattienti", inoltre, ha attirato anche l'attenzione di antropologi e storici delle tradizioni che tutti gli anni accorrono nel paese in provincia di Catanzaro per osservare il rito.

I 'vattienti' indossano un pantalone corto, una maglietta e un fazzoletto intorno al capo, si colpiscono ripetutamente con il 'cardo', un disco di sughero sul quale sono infissi tredici pezzetti di vetro acuminati, e con la 'rosa', sempre di sughero lavorato con scanalature per fare scorrere il sangue prodotto dalle ferite. f"; color:black;background:white'>, contro il quale i fratelli Trichilo hanno fatto ricorso. Oggi la Corte d' appello, sciogliendo la riserva fatta nel corso dell'udienza di discussione, hanno disposto la restituzione immediata di tutti i beni ai fratelli Trichilo e la revoca della misura personale a Giuseppe Trichilo, il quale si è fatto difendere dai noti avvocati Francesco Gambardella e Nico D'Ascola, mentre per gli altri due fratelli la difesa è toccata a Luigi Fornari, Francesco Siclari e Salvatore Staiano.

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