Catanzaro, i ragazzi del liceo classico “Galluppi” partecipano alla prima giornata del progetto "I luoghi della seta"

Preservare il legame tra i cittadini e il territorio di origine, che si va sempre più affievolendo, soprattutto a causa del dilagare di una cultura di massa che pone in secondo piano l'identità storico-culturale e le tradizioni, a vantaggio di informazioni e modelli globalizzati. Questo, in sintesi, l'intento del progetto "I luoghi della seta", promosso dalla Cooperativa "Nido di seta" in collaborazione con l'esperta Angela Rubino, autrice del volume "La seta a Catanzaro e Lione. Echi lontani e attività presente" (Rubbettino 2007), un itinerario didattico che vuole trasmettere agli studenti la conoscenza di uno spaccato importantissimo della storia del nostro territorio, ovvero l'arte della seta.
Il primo istituto a fruire della proposta formativa è stato il liceo classico "Galluppi" di Catanzaro, che grazie alla sensibilità del docente Alessandro Carè, ha partecipato all'iniziativa inserendola in progetto più ampio denominato "Progetto Archeologia".
Guidati dal professore Carè e dalle docenti Francesca Bilotta ed Eleonora Antonini, il gruppo di 50 ragazzi del liceo "Galluppi" ha trascorso una giornata formativa alla scoperta della cultura legata all'arte della seta, che diede fama e gloria alla città di Catanzaro soprattutto nei secoli compresi tra il 1400 e 1600, fino a farne un centro manifatturiero rinomato in tutta Europa.
Prima tappa del percorso, il Museo Didattico della Seta, ubicato a San Floro e gestito dalla Cooperativa Agricola "Nido di Seta". Qui, con la preziosa guida di Miriam Pugliese, i ragazzi hanno potuto apprendere informazioni e dimostrazioni pratiche legate non solo al ciclo vitale del baco e al processo di creazione del preziosissimo filato, ma anche alla creazione dei preziosi tessuti serici, caratterizzati dal rispetto di rigide norme che contribuirono a conferire loro pregio, raffinatezza ed eleganza.
L'itinerario è proseguito con la visita del centro storico di Catanzaro, che in passato assunse il ruolo di principale centro manifatturiero della Calabria, specializzato nella tessitura della seta greggia proveniente dall'hinterland. Un processo virtuoso che valse alla popolazione catanzarese benessere e agiatezza durante il periodo che vide il fiorire di questa attività, che per secoli fu alla base dell'economia cittadina.
L'esperta Angela Rubino, ha aiutato i ragazzi a guardare la città con occhi nuovi, a scoprire l'eco della sua storia millenaria, nascosto non solo nella conformazione del tessuto urbano, che parla di antichi insediamenti rurali, ma anche nei toponimi, che rivelano tra l'altro il suo endemico legame con la seta.
Via Gelso Bianco, Via Filanda, il Vico delle Onde, sono solo alcuni dei luoghi che rivelano in modo più eloquente un legame che si riscopre anche nelle chiese cittadine, come quella del Rosario, con il suo oratorio, che vide in passato riunirsi i Consoli e i matricolati dell'arte della seta, ma anche tutte le altre, che sono depositarie dei preziosismi manufatti delle filande catanzaresi. Così i conventi, in cui gli ordini religiosi femminili diedero un notevole impulso all'arte del ricamo, dando vita a preziosissime manifatture di carattere liturgico.
Il percorso formativo si è concluso con la visita al Mudas (Museo Diocesano di Arte Sacra), dove l'esperta Antonella Rotundo e Don Massimo Cardamone, responsabile dei Beni Culturali dell'Arcidiocesi, hanno illustrato ai ragazzi le caratteristiche dei preziosi manufatti liturgici in seta custoditi all'interno della struttura.
Il progetto "I Luoghi della Seta" proseguirà in primavera inoltrata, quando grazie alla fioritura del gelso, gli studenti potranno assistere anche alla fase di crescita del baco da seta, nel contesto naturalistico della Cooperativa.