Faida di Lamezia, fatta luce sugli omicidi di Giuseppe Torcasio e Bruno Cittadino: ecco gli arrestati

polizianewSono in tutto tre gli arrestati accusati, a vario titolo, di essere esecutori e mandanti di due omicidi avvenuti a Lamezia Terme tra il 2003 e il 2008, nell'ambito della sanguinosa faida tra le cosche Giampà e quelle dei Cerra, Torcasio e Gualtieri.

La faida di Lamezia scoppiò per una spaccatura tra il gruppo dei Torcasio-Cerra e quello dei Iannazzo-Giampà, prima alleati, al fine di controllare le varie attività illecite della città.

Il gruppo dei Cerra-Torcasio considerato dominante in città come sosteneva la relazione della commissione antimafia nel 2008, fu messo in discussione dal gruppo Iannazzo-Giampà, un'organizzazione potente anche economicamente.

Sullo sfondo, due scioglimenti del Consiglio Comunale, entrambi negli anni 2000, ma soprattutto una lunga catena di omicidi: più di 50 dal 2000 ad oggi.

Sono proprio questi gli anni in cui si consumarono i due delitti: nel 2008 quelli di Bruno CIttadino; e ancora prima nel 2003 quello di Giuseppe Torcasio (detto "U ciucciaro) all'interno di un parcheggio di un frequentatissimo supermercato.

È stato originato da una vendetta personale non legata a questioni di 'ndrangheta ma messa in atto da affiliati alle cosche della città, uno dei delitti per i quali la squadra mobile di Catanzaro ha arrestato il presunto mandante insieme ad altre due persone. Si tratta di Pasquale Torcasio, titolare del noto ristorante cittadino Bonsai e di un bar-pasticceria.

L'uomo è accusato di essere il mandante dell'omicidio di Giuseppe Torcasio, ucciso il 22 ottobre 2003 all'interno del parcheggio di un supermercato, davanti a decine di persone. A parlare delle responsabilità di Giuseppe Torcasio, che non è legato a cosche della 'ndrangheta lametina, è stato il cugino Angelo Torcasio, un affiliato che poi ha deciso di collaborare con la Direzione distrettuale antimafia autoaccusandosi di essere l'autore materiale del delitto. Giuseppe Torcasio, secondo l'accusa, approfittando della parentela con un affiliato, gli avrebbe chiesto di uccidere Giuseppe Torcasio perché autore dell'omicidio di Antonio Torcasio, fratello del ristoratore, avvenuto nel 1994.

Per quel delitto Giuseppe Torcasio fu arrestato il giorno stesso del fatto e poi condannato, grazie alla concessione del beneficio della seminfermità mentale, ad otto anni di reclusione, pena che aveva finito di scontare un anno prima di essere ucciso a sua volta.

Nei fascicoli dell'Operazione "Perseo" invece si poteva notare come la decisione di uccidere Bruno Cittadino era stata assunta in prima persona da Giuseppe Giampà, leader dell'omonima cosca, che, all'indomani della sua uscita dalla casa circondariale di Bologna nella quale era stato ristretto per scontare una pena definitiva, aveva preso la decisione considerando Cittadino "un personaggio attivo e operativo nell'ambito della cosca Cerra-Torcasio, anche perché era cognato di Pasquale Torcasio".

Egli sarebbe stato eliminato perché "nell'ambito della cosca dei Torcasio, a Cittadino venivano affidati molteplici compiti, come quello di fare da specchietto, raccogliere i proventi delle estorsioni, trasportare, nell'ambulanza da lui condotta, esponenti o addirittura latitanti vicini alla cosca Torcasio".

Giampà, inoltre, avrebbe deciso di eliminare Cittadino, in quanto "circa 4 anni prima del fatto aveva saputo che in un'occasione Cittadino, aveva promesso la somma di 50.000 euro alla persona che avrebbe attratto in un tranello Giuseppe Giampà, al fine di sopprimerlo".

Fu Francesco Vasile l'esecutore materiale di quell'omicidio per il quale è stato arrestato oggi Saverio Giampà, accusato di aver avuto un ruolo attivo in quel delitto.

Infine arrestato Pasquale Ruiz per estorsione aggravata dalla metodologia mafiosa nei confronti di un esercente commerciale.