Obbligavano giovani tossicodipendenti della Catanzaro “bene” a rubare: ecco i nomi degli arrestati

manette newSono 9 le misure cautelari eseguite questa mattina dalla Polizia di stato di Catanzaro a carico di altrettanti soggetti dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti che obbligavano giovani tossicodipendenti a rubare per poter reperire il denaro necessario a saldare i propri debiti di droga.
I domiciliari sono scattati per Domenico Canino, 20 anni già noto alle forze dell'ordine; Farid Hamdi Farid, marocchino di 20 anni, anch'egli già noto e Ahmed Gamra, 24 anni, marocchino. Mentre Eddine Saif Dhif, tunisino di 27 anni, è sfuggito alla notifica del provvedimento perchè si trova in Francia.

Ordinanza con l'obbligo di dimora a Catanzaro per Giuseppe Carmeli, 31 anni, mentre l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria riguarda Houssem Khemissi, 21 anni, tunisino; Lorenzo Scozzafava, 21 anni, studente universitario di Catanzaro; Giusepppe Ferri, 33 anni, di Catanzaro; Piero Caroleo, 21 anni, anch'egli di Catanzaro.

Ad Ahmed Gamra è contestato anche il reato di tentata estorsione, viste le minacce ricostruite nei confronti di un giovane che non era riuscito a pagare lo stupefacente. Secondo quanto accertato i pusher avrebbero rifornito i giovani della Catanzaro "bene", e per chi non pagava partivano minacce e ritorsioni per riscuotere i crediti di droga maturati con i loro clienti.
E quando i giovani, di età compresa tra i 15 e i 25 anni, non riuscivano a pagare le dosi,
venivano spinti a rubare gioielli nelle rispettive abitazioni, per poi versarli ai "Compro Oro" costretti dalle violenze cui li sottoponevano i loro spacciatori. La droga erano venduta n ei pressi delle scuole e in alcune pizze della città: dai soliti giardini di San Leonardo, alla fermata dei pullman davanti al tribunale, quindi villa Trieste, il parco della biodiversità, via Carlo V e un parco giochi vicino ad una scuola.
Sarebbero state alcune mamme a rivolgersi alla polizia. Dopo il primo arresto di Canino, in particolare, sono partite una serie di segnalazioni da parte di altre madri. I poliziotti della sezione antidroga hanno avviato allora una serie di intercettazioni e di attività investigative, ricostruendo i ruoli dei singoli soggetti. Un'indagine durata meno di un anno, da giugno 2013 ad aprile 2014, perchè, come ha evidenziato il capo della Mobile, Rodolfo Ruperti, "il fenomeno era diventato
allarmante".