Lamezia Terme (Cz), Trame a Scuola: libertà e impegno civile nella storia del “Che calabrese”

Un cerchio di ragazzi dell'Istituto Professionale Luigi Einaudi di Lamezia Terme ha accolto stamattina lo scrittore e giornalista Alfredo Sprovieri. Sono studenti che nelle settimane scorse, accompagnati dal prof. Gianni Muraca, hanno letto e interpretato "Joca, il Che dimenticato" (Mimesis Edizioni), libro-inchiesta introdotto da Goffredo Fofi, in cui Sprovieri racconta la vera storia di Libero Giancarlo Castiglia.

L'incontro fa parte di #trameoff, intervista con le storie il percorso con cui la Fondazione Trame insieme all'Associazione Antiracket Lamezia Onlus porta ai ragazzi delle scuole superiori, i contenuti del festival dei libri sulle mafie durante tutto l'anno, con l'obiettivo di sollecitare le coscienze e diffondere la cultura della legalità e i princìpi di cittadinanza e impegno civile.

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Libero Giancarlo Castiglia è un ragazzo calabrese, di San Lucido, che a metà degli anni Cinquanta emigra in Brasile per cercare lavoro. Qui, dopo aver fatto l'operaio, decide di unirsi alla rivolta contro la dittatura dei Gorillas, diventando uno dei leader della guerriglia. Per anni Castiglia con un piccolo manipolo di uomini ha messo sotto scacco l'esercito del dittatore, fino al mistero della sua morte. Una storia sconosciuta ai più, che Sprovieri ricostruisce rivelando anche inediti retroscena.

«Nel libro racconto la storia di un ragazzo come voi, tra l'altro anche calabrese, - dice Sprovieri ai ragazzi - che ha deciso di dedicare e sacrificare la propria vita per una causa superiore, in nome della libertà e della giustizia. È una storia in cui mi sono imbattuto per caso, ma che avevo l'obbligo di raccontare».

Un libro complesso, quello di Sprovieri, che ha sollecitato nei ragazzi tantissime domande a partire da: "cos'è la libertà?" e "le ingiustizie nel mondo sono tante, che cosa possiamo fare noi?".

Alfredo Sprovieri risponde ai ragazzi con calma, ma non senza passione ed entusiasmo: «Ogni giorno, purtroppo, ci imbattiamo in storie in cui gli uomini sono privati dei propri diritti o della propria libertà, ogni giorno, quindi, ci troviamo davanti a una scelta: vogliamo stare dalla parte degli oppressi o degli oppressori? Le cose le possiamo cambiare! Davanti a questa storia ho fatto l'unica cosa che potevo fare: scrivere. Chiedetevi sempre cosa potete fare per migliorare le cose e vedrete che le cose miglioreranno. – conclude Sprovieri - Spero che un giorno saremo tutti al funerale di Libero Castiglia a San Lucido, perché vorrà dire che questa storia ha avuto un lieto fine e che il suo corpo è stato finalmente restituito alla sua famiglia».

Il prossimo appuntamento con #trameoff è previsto il 12 aprile al Liceo Scientifico Galilei con Giovanni Tizian, giornalista dell'Espresso.