Barbagallo (Uil) a Lamezia Terme: “Gioia Tauro è un Porto fermo, serve rilancio dell’economia”

"Gioia Tauro e' un porto fermo. Ma il problema e' che se non rilanciamo l'economia del Paese, se non diamo sicurezza e speranza nel futuro ai nostri giovani, si ferma tutto". Lo ha detto, riporta l'Ansa, a Lamezia Terme il leader della Uil Carmelo Barbagallo. "E' stato per questo - ha aggiunto Barbagallo - che noi abbiamo fatto la grande manifestazione a Roma il 9 febbraio con una piattaforma che non parla del contingente, che non parla solo dell'attualita', ma che pensa a che futuro vogliamo per il nostro Paese, a partire dal Mezzogiorno, dai giovani e dalle donne, che sono i piu' penalizzati, come dimostrano gli studi economici che si stanno facendo. Se vogliamo seriamente affrontare questi temi bisogna sedersi senza i toni alti che oggi ha assunto la politica e cercare di capire cosa e' meglio per il Paese, per l'occupazione, per l'aumento della produttivita' e per la ridistribuzione della ricchezza, perche' la poverta' e' facile da distribuire".

--banner--

"Mi rifiuto sempre di discutere su percentuali da prefisso telefonico: dobbiamo rilanciare l'economia e l'occupazione nel nostro Paese. E cio' si puo' fare se rilanciamo le opere pubbliche, gli investimenti pubblici e privati, le grandi infrastrutture".

"Mettere in sicurezza il territorio - ha aggiunto Barbagallo - significa pensare che le infrastrutture create negli anni '50-'70 sono gia' scadute. Possono anche cambiare le date di scadenza, ma lo sono lo stesso. L'unico ponte che non cadra' mai e' il ponte sullo Stretto".

"I vigili del fuoco sanno di essere osannati quando intervengono per tutte le disgrazie che capitano per poi essere dimenticati quando c'e' da dare loro un ruolo istituzionale, contratto di lavoro, la serenita' di poter agire in sicurezza".

"Il corpo dei vigili del fuoco - ha aggiunto Barbagallo - va potenziato ed i precari vanno assunti. Il loro lavoro deve essere economicamente valorizzato affinche' possano compiere il loro dovere in tranquillita'. Il Paese si sta sbriciolando, il 68% e' a zona sismica e la restante parte e' a rischio idrogeologico: bisogna mettere in sicurezza il nostro territorio. E lo dobbiamo fare anche perche' queste opere infrastrutturali consentirebbero di rilanciare l'occupazione e l'economia. Se facciamo questo, se semplifichiamo le norme, ripartiamo non per cementificare ma per mettere in sicurezza il territorio".