Lamezia Terme (Cz), D’Ippolito (M5S) incalza il sindaco Mascaro: “Si esprima sull’inclusione nell’azienda unica di Catanzaro”

«Mi auguro che il sindaco lametino, Paolo Mascaro, rompa gli indugi e si esprima sull'assurda inclusione dell'ospedale di Lamezia Terme nell'azienda ospedaliera unica di Catanzaro, istituita da una recente, insensata e illegittima legge regionale che preserva e alimenta il sistema che ha rovinato la sanità calabrese». Lo afferma, in una nota, il deputato del Movimento Cinque Stelle Giuseppe d'Ippolito, che aggiunge: «Nel merito non comprendo il silenzio tenuto finora da Mascaro, anche perché varie componenti del centrodestra, cui appartiene, hanno manifestato netta contrarietà rispetto all'arbitrario inserimento dell'ospedale lametino nell'azienda unica del capoluogo della Calabria. Sospinta da vertici interessati della Regione, questa azienda unica non regge affatto: né sul piano del diritto, né sul piano organizzativo né su quello contabile». «Il prossimo venerdì 22 marzo – informa il parlamentare 5stelle – si svolgerà il convegno "La sanità calabrese e il ruolo di Lamezia Terme", in programma alle ore 17 al centro congressi lametino Prunia, in via S. Umile di Bisignano. Lì mi aspetto che il sindaco Mascaro esca allo scoperto e dia un indirizzo di chiarezza, atteso – scandisce il deputato – che gli ho già offerto piena collaborazione per difendere e rilanciare l'ospedale Giovanni Paolo II, per il quale abbiamo elaborato proposte concrete che illustreremo nella riferita occasione, cui daranno il loro contributo istituzionale e di analisi il commissario alla Sanità calabrese, generale Saverio Cotticelli, e gli esperti Dariush Assadi, Filippo Maria Larussa, segretario regionale di Anaao-Assomed, e Gianluigi Scaffidi, già dirigente del settore Piano di rientro». «Si tratta – conclude D'Ippolito – di fermare una volta per tutte la deriva verso cui ben noti poteri trasversali stanno portando i servizi sanitari, senza badare alle conseguenze per gli utenti e i pazienti. Si tratta di imporre una politica sanitaria che consenta di dare risposte di qualità, di riorganizzare le strutture pubbliche partendo dai bisogni del territorio e dalla professionalità di medici, infermieri e altri addetti. Basta con le operazioni volte a fabbricare consenso elettorale e a perpetuare interessi lobbistici».

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