CGIL FP Area Vasta: “Stabilizzare i lavoratori dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio è una priorità”

Stabilizzare i lavoratori dell'Azienda ospedaliera "Pugliese Ciaccio" è una priorità per la CGIL FP Area Vasta, e nel corso del confronto, tenutosi a Palazzo de Nobili, tra il sindaco, Sergio Abramo, e il direttore generale del dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria, Antonio Belcastro, tale priorità è diventata proposta, per addivenire ad una soluzione che dia, nell'immediato, stabilità e sicurezza agli stessi lavoratori.

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Nello specifico la proposta avanzata dalla CGIL FP Area Vasta - e condivisa dalla CISL dalla FIALS e dall'USB, presenti al tavolo - è stata quella di prorogare i contratti di lavoro dei soggetti interessati, per dare continuità in primis alle attività per le quali sono stati assunti, valorizzarne l'esperienza e la professionalità e, non ultimo per importanza, maturare i requisiti per consentire all'Amministrazione l'assunzione a tempo indeterminato.

Giorni fa, il segretario generale della CGIL FP Area Vasta, Franco Grillo, unitamente al segretario generale della Confederazione, Raffaele Mammoliti, avevano lanciato l'allarme sugli ulteriori insopportabili disagi che si verranno a creare nella strutture sanitarie calabresi per effetto della quota 100, che porterà ad un massiccio pensionamento degli operatori, che a sua volta sarà ulteriormente incrementato dagli operatori sanitari già in uscita per il raggiungimento dell'età pensionabile, (in Calabria l'età media del personale sanitario è di 54,53 anni contro una media nazionale di 50,72 - fonte Conto annuale Ragioneria Generale dello Stato 2016).

È facile prevedere, quindi, il serio rischio di non poter garantire ai cittadini servizi essenziali e tempestivi, di avere reparti ospedalieri aperti e adeguati nel numero di personale sanitario e ausiliario, oltre che la garanzia della tenuta del sistema "pubblico". Noi non vogliamo rassegnarci ad un emigrazione sanitaria perenne, che oltretutto demarca ulteriormente la differenza fra cittadini calabresi che possono emigrare e quelli che non possono permettersi di farlo, né ci rassegniamo ad una sanità da terzo mondo, ma esigiamo una sanità dignitosa che garantisca il diritto di tutti alla cura e pareggi il conto, in termini di servizi e prestazioni con le altre regioni d'Italia.

Chiediamo dunque una seria programmazione sanitaria al Governo regionale, la consapevolezza dell'indiscutibile valore del servizio pubblico e il suo rafforzamento, un piano di assunzioni in linea con i bisogni e l'organizzazione dei servizi socio-sanitari calabresi. Non possiamo, in virtù di politiche scellerate e corrotte che da troppi anni si succedono, far pagare ai calabresi un così pesante tributo.