Catanzaro, Riccio su luminarie: "Chi paga chi e per cosa? Privati non possono sostituirsi al Comune"

"Ho letto con attenzione ed interesse la riflessione dell'associazione dei commercianti sul buio natalizio che purtroppo avvolge alcune zone del centro storico. Una riflessione pubblicata dai giornali qualche ora dopo che io stesso avevo preso cognizione del capitolato che regola l'appalto delle luminarie, giusto per semplificare il concetto, ma che riguarda un po' tutto il programma natalizio. Innanzitutto appare davvero poco chiaro chi ha pagato cosa e dove stanno brillando le luminarie pagate dal Comune, o quelle accese da volenterosi commercianti (vedi la zona nord dalla città), o ancora quelle volute da associazioni che fin da novembre hanno attivato raccolte fondi per illuminare i quartieri". Lo afferma il consigliere comunale Eugenio Riccio.

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"Non è di poco conto sapere se sono stati rispettati i termini del capitolato d'appalto, chi paga cosa e per quali servizi, innanzitutto perché di mezzo ci sono soldi pubblici, in secondo luogo per capire se nell'immaginario dell'amministrazione ci siano zone di serie A e di serie B e se i fondi stanziati per l'animazione natalizia siano tutti di derivazione pubblica. Dobbiamo pensare che il Comune consideri di serie B commercianti e residenti di Piazza Roma, nel centro, e di Piazza Garibaldi, a Lido, al punto che per loro il Natale non si è acceso, quasi che non ne abbiano diritto. Non si tratta di fare le pulci in maniera pretestuosa. Si tratta di capire se ci sono figli e figliastri, se il Comune mette la bandierina su manifestazioni ed iniziative di cui in realtà non ha alcuna paternità. Perché se è nobile il concetto di amministrazione diffusa e democrazia partecipata, meno nobile è chiedere alla società civile di sostituirsi alle prerogative dell'amministrazione e della politica. Il contributo dei privati può arricchire, ma non può essere mai considerato suppletivo. E mi permetto di dire che, se in qualità di consigliere comunale esercito la mia funzione di vigilanza sugli atti del governo della città, ponendo domande ai miei diretti interlocutori, sarebbe giusto che i commercianti, che pure fanno bene a riunirsi in associazione perché così aprono spazi di democrazia e confronto, avessero una rappresentanza forte ed autorevole. Già ad ottobre, e non il 13 dicembre, avrebbero dovuto chiedere conto alla politica e all'amministrazione delle iniziative in favore del commercio, anche in questo caso, non per chiedere l'esercizio di un potere sostitutivo, ma proprio per quel concetto di democrazia partecipata e diffusa che, al momento, è lasciata alla libera interpretazione di ognuno".