Contratto Salvini-Di Maio, Magorno (Pd): "Sud tradito"

Nel giorno in cui i due leader di Movimento 5stelle e Lega dovrebbero svelare al presidente della Repubblica i loro accordi sui nomi del prossimo Governo, ci preme richiamare l'attenzione pubblica su un dato politico di estrema gravità e che ha già fatto inorridire autorevoli esponenti politici e istituzionali, a partire dal professore Sabino Cassese, già componente della Corte costituzionale. Ci riferiamo all'inquietante vuoto del contratto di governo sulla questione meridionale, o meglio sulla completa indifferenza del futuro Governo sull'urgenza di politiche mirate sul Mezzogiorno. Né bastano le quattro righe, inserite di fretta e furia, nell'ultima versione del famoso contratto: una correzione in corso d'opera penosa nel metodo – perché inserita in extremis solo per via dell'indignazione generale – e nel merito – perché si certifica il disinteresse di Lega e 5stelle al destino di una fetta di territorio italiano, nel quale pure entrambi le forze politiche hanno raccolto importanti consensi elettorali.

Ricordiamo bene i giorni della campagna elettorale, quando i candidati leghisti e grillini hanno illuso gli elettori meridionali delle loro insostituibili attenzioni ai problemi del territorio. Quando, però, è arrivato il momento di formalizzare questi impegni – alla base della raccolta del voto – Di Maio e Salvini si sono voltati dall'altra parte e hanno fatto cadere una pietra tombale, rinnegando non solo se stessi ma finanche la conoscenza delle politiche di coesione vigenti nel nostro paese. Nessun piano di investimenti strutturali, non c'è traccia di investimenti pubblici per il rilancio dell'occupazione, né per la realizzazione di infrastrutture viarie (strade, ferrovie, aeroporti), su reti telematiche ed energetiche, su scuole pubbliche e strutture ospedaliere. Niente anche alla voce di contrasto alla criminalità organizzata, che in realtà dovrebbe assurgere a impegno nazionale e invece lo troviamo completamente rimosso dai pensieri dei due leader Di Maio e Salvini, per una beffa del destino – fra l'altro – eletti proprio in Campania e Calabria.

L'unica verità storica di questa indegna vicenda è che se Governo ci sarà, se un accordo vedrà realmente la luce, ciò sarà possibile perché gli interi costi di questa manovra di palazzo sono sulle spalle dei calabresi e dei siciliani, dei pugliesi e dei campani. Siamo noi, sono le regioni del Sud ad accollarsi il costo amaro e assai caro di questo compromesso, e senza avere nulla in cambio.
Ernesto Magorno
Senatore Pd

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