Catanzaro, Andrea Scalzo (Pd) e l'idea di sinistra: "Serve programma plurale, ma di uniformità granitica"

"Gli ultimi mesi susseguiti alla tornata elettorale amministrativa a Catanzaro, caratterizzati dalle mie dimissioni da segretario cittadino della giovanile del Pd e dal confronto interno guidato dalla stessa giovanile fino al livello federale, mi hanno indotto a una doverosa riflessione. Concentriamo troppo allegramente e superficialmente l'attenzione sulle dinamiche intestine relativamente a questa o quell'altra realtà partitica; minacciamo di abbandonare il contesto di appartenenza per accasarci altrove; ci dimeniamo veementemente per questa o quell'altra collocazione. Legittimo in uno stato di crisi così profonda, ma nel bel mezzo di questo flusso patologico, un interrogativo sorge spontaneo: dove finisce l'offerta politica? Dove si attuano le procedure di studio ed elaborazione di una proposta alternativa alle destre e al qualunquismo, soprattutto dalle nostre parti? Dove finisce la sintesi? Proprio sull'ultimo punto si consolida il calvario di questa sinistra".
Ad affermarlo Andrea Scalzo - Ex segretario cittadino dei Giovani Democratici di Catanzaro.

--banner--

"Ai partiti sempre più arenati sulla portata abulica e inerte delle rappresentanze dirigenziali, si accompagna un movimento civico dalle nobili intenzioni ma che talvolta "evangelizza" il proprio operato a tal punto da elevarlo a unico strumento possibile e spendibile, isolandolo rispetto alle esigenze collettive e ai mutamenti cui queste sono soggette, giorno dopo giorno. Tanti puntini sparpagliati qua e là che non riescono mai a integrarsi e che si snobbano vicendevolmente. Dato impietoso per chi predica incessantemente il progressismo, riempiendosene la bocca senza sapere di che parla. Progressismo significa guardare oltre i muri di cinta e le barriere, affiancandosi a chi si trova, oltre il personale steccato, a parlare un linguaggio affine. Quel linguaggio che pone al di sopra dei soprusi compiuti su ogni settore sociale e che ci permetta di contrastarli e neutralizzarli. Questa sinistra non parla piu' di urbanistica, non parla piu' di istruzione, non piu' di innovazione, non piu' di lavoro e diritti. Chi anche l'ha fatto, si e' visto opporre le seguenti domande: "ma tu quale tessera di partito tieni?", "a quale corrente fai capo?". Piuttosto incontriamoci, ascoltiamoci e chiediamoci l'un con l'altro : "ma tu, su quest'argomento, cosa sai?". Così avremmo evitato le spaccature e la sconfitta in città e altrove. Così avremmo superato disposizioni, investiture e schieramenti impropri. Rivendico ogni singolo punto della battaglia portata avanti in questi mesi e la perseguiro' a costo di decisioni drastiche, guardando avanti ma non lasciandomi tutto quanto alle spalle. Dentro o fuori dal PD, conta poco. Personalmente, operero' delle scelte a riguardo, ma nei modi, nei tempi e con le argomentazioni opportune. Il mondo descritto sopra deve riorganizzarsi e coalizzarsi, in favore delle competenze e delle professionalità che ci possano permettere di uscire fuori da questo brutto momento. Solo così ritorneremo a essere credibili, appetibili e riconoscibili. Un programma plurale, ma di uniformità granitica. Questa e' la Sinistra che sogno e per il cui ripristino spendero' tutte le energie che mi rimangono. Tutto il resto e' aria fritta".