Nesci e Parentela (M5S): "Arresti Asp di Catanzaro confermano latitanza della politica"

«In Calabria si ripete il copione solito, in merito ai fondi europei destinati ai più deboli: avidità del potere, debolezza dei controlli, peculato, latitanza della politica, arresti e interdizioni dai pubblici uffici». Lo affermano, in una nota, i deputati M5s Dalila Nesci e Paolo Parentela, con riferimento all'inchiesta della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Catanzaro, che ha fatto scattare manette e avvisi di garanzia per alcuni dirigenti e funzionari dell'Asp di Catanzaro. «Dopo l'inquietante vicenda – proseguono i due parlamentari – del credito sociale, che coinvolse politici di spicco e amministrativi, stavolta a subire il sistema sono gli anziani, cui con risorse comunitarie dovevano essere garantiti servizi di sostegno sanitario e salvavita, grazie alla telemedicina e dalla domotica».

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«Pensiamo – continuano i 5stelle – che si tratti soltanto di un inizio, che la magistratura andrà sino in fondo e che, a causa della perdurante assenza della politica, da anni oggetto delle nostre denunce, sarà soltanto la giustizia a occuparsi del malcostume e della corruzione negli uffici della sanità regionale e degli altri settori fondamentali». «A ciò si aggiungano – concludono Nesci e Parentela – le gravi questioni irrisolte, su cui il governatore Mario Oliverio non ha mosso un dito, della recente nomina abusiva del vertice dell'Asp di Crotone e del mancato ricupero degli emolumenti relativi a quella, altrettanto abusiva, del vertice dell'Asp di Reggio Calabria, definita dall'Anticorruzione nazionale e dal Tar del Lazio».