Catanzaro, funzionava così “il cavallo di ritorno”: restituite le auto ai proprietari

carabinieri2909 500Sono venticinque le persone coinvolte nelle indagini, sedici delle quali condotte in carcere e quattro agli arresti domiciliari. Sono i numeri dall'operazione "Safety Car" condotta dai Carabinieri del comando provinciale di Catanzaro, della Compagnia di Soverato e della stazione di Gasperina che ha sgominato una gang di ladri di automobili.

Bastavano pochissimi secondi per forzare un'autovettura, metterla in moto e fuggire. Quindi rintracciare il proprietario e chiedere una somma di denaro per la restituzione. Un meccanismo consolidato a Catanzaro e provincia, gestito prevalentemente dal gruppo stanziale di etnia rom,

I dettagli dell'inchiesta sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa che si è svolta a Catanzaro, negli uffici della Procura, alla presenza del procuratore capo Nicola Gratteri, dell'aggiunto Giovanni Bombardieri, del comandante provinciale dei Carabinieri, il colonnello Marco Pecci, del comandante del Reparto investigativo, tenente colonnello Alceo Greco, del comandante della compagnia di Soverato, tenente Gerardo De Siena, del comandante della Stazione di Gasperina, maresciallo Domenico Misogano.

L'indagine è stata coordinata dal sostituto Graziella Viscomi e dall'aggiunto Bombardieri, con l'ordinanza firmata dal gip Giulio De Gregorio. E' stata proprio la piccola Stazione della cittadina catanzarese ad avviare le indagini dopo la denuncia di furto presentata da due proprietari di autovetture. A partire da settembre 2015 i militari dell'Arma sono così riusciti a ricostruire decine di furti, anche in alcune abitazioni, scoprendo che dietro l'imponente giro di affari si nascondeva una vera e propria associazione per delinquere, capace di gestire decine di furti con destrezza e con precisione, interscambiando i ruoli e nascondendo le autovetture rubate fino alla richiesta di denaro ai proprietari per mettere in atto il cosidetto "cavallo di ritorno". I Carabinieri sono riusciti, però, ad inserirsi in questo meccanismo, individuando le autovetture subito dopo il furto e restituendole ai proprietari che, in alcuni casi, non si erano ancora accorti nemmeno del furto.

Le indagini hanno poi permesso di ricostruire ruoli e volti dei responsabili, contestando il reato di associazione a delinquere finalizzata al furto aggravato

. "Si tratta di un reato odioso - ha sottolineato il procuratore Gratteri – perché tocca la collettività' nella vita quotidiana. I Carabinieri sono riusciti a portare a termine una indagine completa e piena di prove documentali, ricostruendo il furto di decine di autovetture".

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Soddisfatto anche l'aggiunto Bombardieri: "Partendo dall'esame di alcuni filmati, in cui si vedeva la destrezza con cui i furti venivano compiuti - ha spiegato – è stato portato a termine un lavoro certosino da parte dei militari della Stazione di Gasperina, ricostruendo ogni passo dei malviventi con 44 furti di auto registrati e la restituzione di 38 veicoli. Un segnale importante perche' va ad incidere sulla percezione della sicurezza, visto anche che il gruppo operava come una vera e propria organizzazione". Anche il colonnello Pecci ha evidenziato il ruolo fondamentale della stazione di Gasperina, aggiungendo che "le somme incassate attraverso il cavallo di ritorno non solo sono utilizzate per il sostentamento delle famiglie, ma anche per il reinvestimento in altre attività delittuose come l'acquisto di sostanze stupefacenti, a vantaggio della criminalità organizzata". Fondamentale anche la collaborazione dei cittadini che hanno denunciato gli episodi di furto, consentendo di sviluppare le indagini che, come evidenziato dal tenente colonnello Greco, "hanno evidenziato l'organizzazione del gruppo, con un interscambio dei ruoli e la rapidità di esecuzione del furto, compiuto in pochissimi secondi".