Ranieri cittadino onorario di Catanzaro: “Giovani, non perdete mai la speranza”

raniericatanzaro 500"La Nazionale italiana sta facendo un grande Europeo, abbiamo un allenatore bravissimo, si vede che il gruppo e' unito, devo fare i complimenti a tutti i ragazzi". Anche Claudio Ranieri, oggi a Catanzaro per ricevere la cittadinanza onoraria, segue con entusiasmo il cammino degli azzurri a Euro2016 dove l'Italia si gioca sabato contro la Germania un posto in semifinale. Chi invece e' gia' a casa e' l'Inghilterra, all'ennesimo flop in un grande torneo. "Sono 50 anni che la Nazionale inglese non riesce a competere quando ci sono Europei e Mondiali ed e' una cosa inspiegabile - riflette Ranieri, che nella sua carriera di giocatore e' stato lo storico capitano del Catanzaro poi promosso in serie A - Per l'Islanda e', invece, un'altra bella avventura, stanno facendo un Europeo bellissimo". Su un eventuale ritorno in Italia, Ranieri ha affermato che "ora mi vedo solo sulla panchina del Leicester, ho gia' una maglia azzurra e cerchiamo di portarla sempre piu' in alto". A Catanzaro, pero', ha ricevuto un'accoglienza straordinaria. "Non mi aspettavo tutto questo entusiasmo, questa popolarita', questa passione, ma mi fa molto piacere". "Quello che ha dimostrato il Leicester adesso rappresenta quello che eravamo a Catanzaro tanti anni, fa dal '74 in poi, una squadra che si voleva bene d in molti ancora ci vediamo tutti gli anni. Essere gruppo aiuta a fare molte cose, anche quelle che sembrano irrealizzabili, se si lavora con serieta' tutti uniti verso un obiettivo". Ranieri ha quindi rivolto il suo invito ai tifosi delle Aquile: "Non dovete vivere di ricordi - ha continuato - ma stare vicino al presidente, alla squadra che sta nascendo. Quando ero qui si sentiva il calore del pubblico ed eravamo orgogliosi di indossare la maglia del Catanzaro e di rappresentare migliaia e migliaia di cittadini, solo cosi' si puo' costruire qualcosa di importante". Infine, nel momento di prendere la parola dopo il conferimento all'unanimita' della cittadinanza onoraria, e donando la maglia numero 9 di Vardy del Leicester al sindaco Sergio Abramo, ha dedicato un pensiero ai piu' giovani: "Voglio dire ai ragazzi che si puo' sbagliare, si puo' perdere, ma non si deve mai perdere la speranza".

--banner--

Questo l'intervento del sindaco Sergio Abramo:

Signor Presidente del Consiglio Comunale, Signori Consiglieri, Signori Assessori, Autorità, Ospiti e Pubblico presente in sala

è un grande orgoglio poter prendere la parola in Consiglio Comunale per un avvenimento così importante come il conferimento della cittadinanza onoraria di Catanzaro a mister Claudio Ranieri.

Ed è proprio a lui che voglio rivolgere il primo saluto di benvenuto, anzi di bentornato, all'allenatore campione d'Inghilterra, nella "sua" città.

Un bentornato a tutti gli ex giocatori del Catanzaro, che hanno scritto la storia calcistica di questa città e della gloriosa Uesse 1929 insieme a Claudio Ranieri.

Un benvenuto a tutti gli esponenti del mondo del calcio e dello sport calabrese, ai dirigenti delle società calcistiche, e soprattutto al presidente del Catanzaro, Giuseppe Cosentino, e a sua figlia, la vicepresidente Gessica Cosentino, ai quali auguro di aggiornare l'epopea delle Aquile, di riportarle dove merita la storia del nostro amato club e soprattutto dove merita di stare la passione dei nostri incomparabili tifosi.

Ringrazio i consiglieri comunali che hanno accolto la proposta di conferire la cittadinanza onoraria a mister Ranieri.

E devo anche ringraziare l'ex sindaco Antonio Bevacqua, che per primo ha lanciato l'idea di premiare Claudio Ranieri con la più alta onorificenza municipale.

La cittadinanza onoraria, è bene ricordarlo, è un riconoscimento solenne che viene conferito raramente: prima di Claudio Ranieri sono diventati cittadini onorari di Catanzaro un maestro della regia come Franco Zeffirelli, il premio Nobel per la Medicina Renato Dulbecco e l'immenso Ennio Morricone, premio Oscar per la musica.

Quella conferita a mister Ranieri è la prima – e resterà l'unica – cittadinanza onoraria assegnata in questa legislatura.

Mi sia consentito di sottolineare un aspetto che io ritengo non secondario: non ho mai sentito parlare così tanto – e così bene - di Catanzaro da un non catanzarese come Claudio Ranieri.

Che è legato a questa città per questioni familiari e di amicizia che risalgono a quel suo tessuto di vita, molto consistente, che lo ha fatto rimanere qui per le otto stagioni, azzarderei a definirle centrali, della sua carriera da calciatore.

Centrali sia perché ha trovato l'amore della compagna di una vita, la signora Rosanna, alla quale rivolgo anche un caloroso bentornato nella sua città, e perché poi ha arricchito e sublimato il suo percorso familiare con la nascita di Claudia, la figlia, quindi catanzarese pure lei.

Ma centrali, per Claudio, anche perché si è legato a doppio filo con quel gruppo di amici con cui è riuscito a scrivere le pagine più belle del calcio giallorosso: Massimo Palanca, Adriano Banelli, Fausto Silipo, Alberto Arbitrio, Ubaldo Novembre, Gianni Improta, Tato Sabadini, Paolo Braca, Roberto Papa. Un saluto anche a Dino Bigagnoli, Franco Cittadino, Albino Barbuto, Sasà Leotta, Emilio Barone, altre bandiere del Catanzaro qui presenti in sala.

Nonostante questo non mi sembra scontato parlare di questa città e di questa terra come ha fatto Ranieri in questi mesi: ogni volta, per tante volte, ha tirato in ballo il Catanzaro e Catanzaro, mostrando e sottolineando più volte il suo amore per quella squadra, questa città, questa terra.

Durante i mesi dell'esaltante cavalcata del Leicester City in Premier League, Ranieri ha ricevuto qui in Italia un'attenzione che forse non aveva mai avuto.

E non l'aveva avuta neanche quando allenava la Juventus, la Roma, l'Inter, la Fiorentina o il Napoli con una signorilità e una professionalità che gli è sempre stata riconosciuta.

Qui a Catanzaro, però, quell'eredità che ha costruito fra gli anni '70 e '80 insieme ai suoi compagni, ha continuato a farsi sentire nei nostri cuori di tifosi giallorossi lungo tutta la carriera da allenatore di mister Ranieri, che quest'anno festeggia il 30ennale sulle panchine con il regalo più bello che potesse concedersi: vincere un campionato importante, forse il più importante del mondo, come quello inglese alla guida di una favola, di una squadra che nessuno si aspettava, di una outsider.

Ma la cosa più bella, per noi catanzaresi, è che Claudio abbia sempre paragonato il suo Leicester al suo Catanzaro.

Lo abbiamo letto più volte sui media più importanti in Italia e all'estero: il Corriere della Sera, la Bbc, la Gazzetta dello Sport, praticamente dovunque.

Il sindaco di Leicester, con il quale mi sono messo in contatto poco più di un mese fa, mi ha scritto una bella lettera dicendo che "tutta l'attenzione che sta ricevendo la città di Leicester è dovuta in massima parte a Claudio".

Sir Soulsby ha detto anche – cito testualmente - "di essere rimasto affascinato nel leggere la storia calcistica di Claudio" nella nostra città e che "l'ascesa del Club abbia permesso alle nostre due città di essere collegate".

Sentire parlare Ranieri della sua esperienza qui, del modo di essere gruppo di quel Catanzaro, dei legami, del calore umano che si è creato, e che continua a vedersi ancora oggi, fra quei compagni di squadra, è stato il modo più bello per riportare indietro nel tempo un'intera città, la sua schiera di appassionati, tutta quella gente che ancora ricorda, e se lo ricorda anche chi a quei tempi non era ancora nato, ma ne ha sentito parlare così tante volte che è come se l'avesse visto dal vivo.

È come se avesse aperto l'album dei ricordi di Catanzaro e dei catanzaresi e l'avesse mostrato al mondo intero, come uno zio che vive lontano e riapre quelle pagine per rivivere i momenti che ne hanno scandito, in senso positivo, una parte del percorso della propria vita.

Ma Claudio Ranieri ci ha indicato anche un'altra cosa: che si può vincere solo se si è uniti.

Lo ha fatto amalgamando uno straordinario gruppo al Leicester City, un nucleo unito, coeso, che ha saputo superare gli ostacoli, i pronostici, squadre più attrezzate e ricche, sbalordendo l'Inghilterra e il mondo. Ma Ranieri l'aveva fatto già qui a Catanzaro, insieme agli ex giocatori qui presenti, che in un'altra epoca e per primi hanno saputo realizzare il sogno di un'intera regione, la Calabria, che anche grazie a loro, forse soprattutto grazie a loro, è salita prepotentemente alla ribalta della scena calcistica nazionale.

L'esempio di questo Leicester e di quel Catanzaro può essere preso come pietra di paragone per l'agire di una comunità come la nostra.

Per lo sviluppo di una città bisogna restare uniti, maggioranza e minoranza, forze di governo e di opposizione, senza annullare le differenze e nel pieno rispetto dei ruoli, proprio come una squadra di calcio, ma senza dimenticare che bisogna remare verso l'unica direzione possibile: il bene della nostra città, il capoluogo di Regione, che ha ancora potenzialità inespresse e può crescere ancora.

Mi auguro che questa cittadinanza onoraria sia l'occasione che permetta a tutti noi, amministratori comunali, di riflettere con attenzione su queste necessità e ci spinga, una volta per tutte, a superare le divisioni per dare uno slancio definitivo alla nostra Catanzaro capoluogo di regione.

Dobbiamo ringraziarlo, mister Ranieri, che ha fatto e continua a fare l'ambasciatore di quella che da oggi diviene, anche ufficialmente, la sua città.

Non potremo prendere il posto della sua Roma, o del suo quartiere Testaccio, ma siamo ugualmente orgogliosi di avere un posto d'onore nel cuore dell'allenatore. E siamo ancora più orgogliosi perché questo riconoscimento è stato proprio lui a darcelo.

Lo so che rispetto al Premio Bearzot e alla Palma d'oro al merito tecnico, riconoscimenti ricevuti di recenti per il tuo trionfo con il Leicester, questa cittadinanza onoraria potrebbe apparire una cosa più modesta.

Né può avere lo stesso valore del titolo di Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana.

Però ci piace pensare che tu ricorderai questa serata con la stessa considerazione con cui hai ricevuto le più prestigiose onorificenze per un allenatore.

Anzi, sono sicuro che lo farai, perché so, e sappiamo tutti, che essere cittadino onorario di Catanzaro per te è una questione di cuore, di passione, coinvolge le radici che ancora ti legano a questa terra che è anche tua dal 1974, cioè da più di 40 anni.

Grazie ancora, caro concittadino Claudio, per tutto l'affetto e l'amore che hai riservato a questa Città, ma soprattutto per l'alto esempio di serietà, etica, rigore morale che stai fornendo alle nuove generazioni.

E grazie infine per il tuo straordinario e semplice insegnamento: provateci, provateci, niente e' impossibile.

L'intervento del presidente del Consiglio Comunale, Ivan Cardamone:

Buonasera colleghi consiglieri, un saluto al primo cittadino, alle Autorità presenti, agli invitati di questa magnifica serata di festa ed alle loro famiglie, ai ragazzi delle scuole calcio ed a tutte le società sportive intervenute.Un caloroso saluto al nostro ospite d'onore, tecnico campione d'Inghilterra e figura romantica di un calcio che sa ancora emozionare ed arricchire di tanti significati una semplice competizione sportiva.

Non è, quella di questa sera, una manifestazione legata a qualcosa che c'era e adesso non c'è più, il Catanzaro di Claudio Ranieri e di tutti i suoi compagni di squadra, presenti qui in aula, ma è la celebrazione di una squadra e di una società, quella degli anni '70 e '80, che vive ancora come se avesse giocato fino all'altro giorno.

È la questione di un sentimento popolare diffuso fra vecchie e nuove generazioni di tifosi, che ancora ricordano l'epoca di Nicola Ceravolo, ma è soprattutto un merito preciso di Claudio Ranieri, Adriano Banelli, Fausto Silipo, Massimo Palanca e di tutti gli altri calciatori che hanno reso grande il Catanzaro e continuano a farlo come se avessero scritto soltanto ieri le loro imprese sul campo. La nostra gratitudine nei loro confronti non potrebbe essere più grande.

Il segreto delle imprese di quel Catanzaro lo ha svelato lo stesso mr Ranieri all'indomani della vittoria del più importante campionato del mondo: un gruppo di amici che viveva insieme, in una Catanzaro che ha saputo accogliere con amore quel gruppo, considerandolo quasi il cuore pulsante della vita cittadina.

Un'amicizia bella, sincera, profonda, tra persone perbene, che ancora resiste solidissima e viva al trascorrere degli anni, insieme al legame con la città di Catanzaro.Quell'amicizia che rappresenta la stessa ricetta vincente che ha portato al trionfo una realtà di provincia come il Leicester.

La dimostrazione che anche in un calcio fatto di soldi, di sponsor, di diritti televisivi, i valori umani dell'amicizia, della solidarietà, dell'aiuto reciproco, del lavoro, del sacrificio, della tenace volontà di perseguire gli obiettivi più difficili, possono portare risultati insperabili.

Una splendida storia di sport, ma soprattutto una meravigliosa lezione di vita che oggi abbiamo l'orgoglio di mostrare a tanti giovanissimi calciatori, ma soprattutto vogliamo che sia esempio per i giovani calabresi, che con forza, determinazione, studio, impegno, e anche una buona dose di coraggio, devono costruire il riscatto della nostra terra.

Il Catanzaro di Ranieri, il Leicester di Ranieri, sono la prova che nulla è impossibile per chi lo vuole davvero, e ciò vale ancor di più se la volontà dei singoli diventa spirito di squadra, trasformandosi in una dirompente volontà collettiva.

Non possiamo dimenticare che quella serie A, la prima serie A della nostra Regione, ebbe un valore straordinario e unico, per l'intera Calabria e soprattutto per i tanti calabresi costretti ad emigrare fuori regione.

Quei ragazzi in giallorosso, venuti da una piccola città provincia, che erano capaci con il sudore ed il sorriso di sconfiggere gli squadroni del Nord, erano il simbolo stesso della voglia di riscatto dei calabresi. A Milano, a Torino, terminato il turno in fabbrica o in officina, prendevano la bandiera giallorossa e qualche risparmio per soffrire e gioire insieme a quelle Aquile che riuscivano a volare in stadi enormi, e che rappresentavano la loro rivincita.

Una rivincita contro le difficoltà della vita da emigrato, ritrovarsi la domenica per sentirsi più forti e riscattarsi.

E' impossibile comprendere appieno il valore di quella serie A se non si tiene conto del particolare contesto storico in cui è maturato. Per questo quel Catanzaro è entrato nella storia del calcio come protagonista di una meravigliosa ed affascinante favola, unica e mai più ripetuta.

Per aver vissuto quella favola, di cui ancora oggi si parla in tutta Europa come quella del "primo Leicester", la Calabria non smetterà mai di essere grata a Ranieri e ai suoi compagni.

Come Presidente del Consiglio comunale di Catanzaro, a nome anche di tutti i colleghi consiglieri, sono profondamente orgoglioso di essere qui, questa sera, per una cerimonia così prestigiosa.

Il conferimento della cittadinanza onoraria a Claudio Ranieri, che catanzarese lo è ormai da 40 anni, è una straordinaria occasione di ritrovare un'unione genuina fra tutte le parti politiche rappresentate nell'aula. Per questo sento il dovere di ringraziare i miei colleghi, che in sede di Conferenza dei capigruppo hanno subito accolto all'unanimità la proposta.

È un momento importante, dunque, per questo Consiglio comunale, come per l'intera città di Catanzaro, che ogni qualvolta ci si deve unire per il bene della città, come in questo caso, sa dimostrare concordia e condivisione.

E di condivisione posso parlare ricordando l'impresa di mister Ranieri alla guida del Leicester City nel campionato inglese.

Perché la corsa al trofeo è stata vissuta, condivisa, partecipata da un'intera città che continua a vedere mr. Ranieri, a ragione, come un proprio concittadino. Non c'è niente di più vero.