'Ndrangheta: a Lamezia ricordati netturbini uccisi nel 1991

Una corona di fiori è stata deposta, all'alba, ai piedi della lapide che ricorda Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano, i due giovani netturbini uccisi dalla 'ndrangheta il 24 maggio 1991 mentre stavano lavorando. Alla cerimonia, promossa dal coordinamento di Libera Catanzaro e iniziata alle 5, l'ora in cui i due furono uccisi nel quartiere Miraglia di Lamezia Terme, hanno partecipato la figlia di Tramonte, Francesca, autorità civili e militari della provincia, il vescovo di Lamezia Luigi Cantafora, il vice presidente della Regione Antonio Viscomi e la Cgil. Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte furono uccisi a colpi di kalashnikov mentre si trovavano sul camion con il quale stavano lavorando. Un duplice delitto rimasto irrisolto visto che i colpevoli non sono mai stati identificati.

"L'iniziativa di ricordo, a 25 anni dall'omicidio di Francesco Tramonte e Pasquale Cristiano, uccisi dalla 'ndrangheta mentre svolgevano onestamente il proprio lavoro, assume per la Cgil un grande valore non solo simbolico ma sociale, politico, storico". E' quanto si afferma in un comunicato della segreteria generale della Cgil di Catanzaro. "Ad aspettare l'alba stamattina - prosegue il comunicato - insieme al coordinamento provinciale di Libera, alle tante associazioni, alle istituzioni presenti c'era anche una delegazione della Cgil di Catanzaro guidata dal segretario generale, Giuseppe Valentino. Questo momento celebrativo importante ha significato per la città l'alba di un nuovo giorno, un giorno nuovo nel quale il lavoro, l'onesta e la giustizia sociale hanno avuto il sopravvento sull'omertà, il silenzio e lo strapotere criminale che oscurano le nostre vite ed il nostro futuro. Lo sanno bene i familiari di Tramonte e Cristiano cosa significa fare i conti con la 'ndrangheta e la sua arroganza; chi poteva immaginare difatti che la mano criminale avrebbe strappato alla vita quotidiana gli affetti, le speranze, la fatica di due onesti lavoratori? Il risveglio sta proprio nel prendere coscienza che la 'ndrangheta colpisce tutti ed è nemica di tutti noi, perché in nome dei propri interessi non guarda in faccia niente e nessuno. Per questo non si può rimanere indifferenti o pensare che la cosa non ci riguardi direttamente, perché tanto 'finché si ammazzano tra di loro' noi siamo al sicuro". "Oggi è stato un buon giorno per Lamezia Terme - riporta ancora il testo - un giorno di dolore e di commozione ma anche di speranza. La speranza stampata sui volti di quei giovani buttati giù dal letto in piena notte per essere puntuali all'appuntamento con la vita, proprio nel luogo e nel momento in cui Tramonte e Cristiano sono stati barbaramente uccisi. La speranza nella schiena dritta di chi non si è mai piegato ed ha scelto da che parte stare già da tempo ed oggi lo ha testimoniato, con la propria presenza. La speranza nella giustizia e nella scoperta della verità dei familiari delle vittime, con le loro ferite aperte che il tempo non potrà mai rimarginare". "Dobbiamo dire grazie - riporta ancora il comunicato - al coordinamento Libera Catanzaro che ha permesso che la storia di due lavoratori, vittime innocenti di ndrangheta, non fosse relegata nel dimenticatoio; la Cgil chiede verità e giustizia civile e sociale per le vittime, i familiari e per l'intera società civile. I collaboratori lametini che aiutano con le loro dichiarazioni la magistratura, contribuendo alla scoperta di episodi e fatti criminali che hanno riguardato la storia di Lamezia Terme, si ricordino di quanto accaduto 25 anni fa. Il sindacato, insieme agli altri soggetti che si battono per la verità, farà la propria parte perché la giustizia prevalga sullo strapotere e sulle logiche oscure che hanno influito ed influiscono pesantemente sulle nostre vite e sul bisogno di riscatto e di emancipazione della nostra terra".