Asd Reggio Calabria: un calciomercato cervellotico chiude un quadrimestre fallimentare

praticopresdi Paolo Ficara - Waterloo. Una società nata nel 2015 che non diventerà srl prima del 2016, un calciomercato che evidenzia l'assenza delle basi fondamentali per ogni realtà calcistica (competenza e risorse economiche), un campo (spelacchiato) che produce risultati ben diversi da quelli che in moltissimi volevano e pretendevano ad inizio stagione. Questa è la sintesi del periodo agosto-dicembre per la Asd Reggio Calabria.

Ogni ulteriore giudizio sulle mosse di mercato della sessione dicembrina, risulterebbe mortificante per chi ha scelto di collaborare senza un compenso economico con il Reggio Calabria. Si doveva potenziare l'attacco con almeno un paio di elementi, tra cui una punta di peso (nemmeno un omaggio floreale è bastato per convincere Piemontese, bomber della Palmese); la difesa necessitava di una forte rivisitazione; la batteria degli under, tenendo conto delle scelte estive che avevano portato a dislocare almeno tre giovani su quattro proprio nel reparto arretrato, non è stata rimpolpata, anzi si è rinunciato al '95 Dentice ed alla mezzapunta '96 Russo.

Avevamo invitato la società a riflettere sulla possibilità di investire risorse adesso per inseguire il miraggio del primo posto, piuttosto che risparmiare più quattrini possibile in vista della prossima faticosissima stagione. Non è stato fatto né l'uno né l'altro. Forgione è un ottimo elemento per la categoria come incontrista, di tutti gli altri volti nuovi si poteva tranquillamente fare a meno. Cane viene praticamente da tre campionati disastrosi: rincalzo fino a poche settimane fa di una Lupa Roma ultima in Lega Pro, retrocesso il 30 maggio scorso col Messina, penultimo nel Barletta diretto proprio da Martino due stagioni fa, in una C1 senza retrocessioni. Guadagna più di Dentice ma non è un under. Di conseguenza, meglio non vantarsi troppo di uno sfoltimento della rosa che era doveroso, ma che ha coinvolto anche elementi potenzialmente molto utili come Arena.

Tra l'altro, queste cervellotiche scelte di mercato hanno prodotto pessimi effetti in formazione. Vuoi per gli incastri relativi alla regola degli under, vuoi per le scelte tecniche, sono stati riproposti degli elementi inadeguati come D'Ambrosio e Ventrella. Forse avrà più senso mettere in mostra qualche ragazzo della juniores, come si sta già facendo, a patto che non si "pompino" eccessivamente alla prima prestazione positiva. Slogan e proclami che hanno accompagnato la riapertura della campagna abbonamenti, hanno subito perso di significato.

Quante bocche si sono azionate in sede di calciomercato? Nel Reggio Calabria ci sono varie anime: il presidente Praticò ha un suo stile ed un suo modus operandi, il direttore Martino ne ha un altro, tra gli altri soci c'è Fortunato Martino (probabilmente quello con più voce in capitolo) che ne ha un altro ancora. Rimandare ancora la creazione di una srl non consente di risolvere il problema della leadership, e forse qualche operazione in entrata è saltata per dissonanza di valutazioni tra le componenti.

Di risposte al quesito economico lanciato un paio di settimane fa, non se ne sentono nelle varie interviste rilasciate a destra e a manca. Ci sono i soldi, sì o no? E se ci sono, sarebbe opportuno inquadrare le priorità. Su insistenza del dg Martino, la squadra va in ritiro sia in casa che in trasferta, sempre. Nobile il proposito di voler cementare il gruppo, ma gli anni '90 sono passati da un pezzo ed al giorno d'oggi, in ritiro, ognuno sta per conto suo con l'i-phone o qualche consolle. Forse in Serie D, molte trasferte potrebbero consistere nel semplice viaggio in pullman la mattina stessa del match, risparmiando sul pernottamento. Ma almeno per le gare interne si dovrebbe fare a meno di un costo che, in una stagione, vale come l'ingaggio di un paio di giocatori a stipendio massimale per la categoria. Dunque le risorse per il superfluo ci sono, per reperire degli elementi con i piedi buoni no.

A corredo di quella che fin qui è un'esperienza fallimentare per i coraggiosi soci della Asd Reggio Calabria, c'è anche quel problemuccio affrontato fin qui alla stregua dello struzzo che infila la testa sotto la sabbia. Se il Tribunale Civile cittadino, lo scorso 25 agosto, avesse decretato il fallimento della Reggina, di sicuro non si porrebbe la questione. E non avremmo assistito agli sterili piagnistei per il Sant'Agata. Prendere atto che la Reggina Calcio esiste ancora, non è avvenuto con lo stesso tempo di reazione con cui si è preso atto dello svincolo dei calciatori lo scorso 23 luglio. Gettare fango su chi ritiene opportuno informare la città circa quel che avviene in via delle Industrie, non è la soluzione. La denominazione sociale è un'inezia, rispetto ad un problema d'identità ben più ampio e che prima o poi andrà affrontato, volenti o nolenti. Intanto è stata creata confusione ai tifosi.

Una cosa si salva di questa Asd Reggio Calabria: il settore giovanile, con Sergio Campolo che sta dando tutto sé stesso per farlo rendere al meglio. Al di là di un organigramma monstre per una società dilettantistica, uno stuolo di preparatori ed addetti vari che nemmeno il Milan.