Asd Reggio Calabria: tutti gli uomini del presidente... a casa

praticodi Paolo Ficara - Terra bruciata. L'estate 2015 del calcio reggino è stata caratterizzata dalla grande fiducia riposta dalla piazza in Mimmo Praticò. Persona indubbiamente carismatica e di grande esperienza, con alle spalle un significativo passato in cui spicca un rapporto genuino con la tifoseria: basti pensare alle trasferte di fine anni '80 per gli spareggi di Perugia e Pescara.

Adesso c'è da chiedersi se Praticò si fidi ancora di sé stesso, dato che il sostegno esterno non basta quando all'interno di una società, in questo caso l'Asd Reggio Calabria, si rimane praticamente da soli.

Il presidente registra ancora difficoltà nel tenere delle figure da lui designate, all'interno della nuova realtà calcistica reggina. Una problematica già riscontrata all'inizio di tale avventura, quando tra fine luglio ed inizio agosto non si è verificata la fumata bianca con Massimo Mariotto, una specie di figlioccio per Praticò.

Differenti vedute tra l'ex ds della Salernitana ed alcune componenti societarie, in primis sulla facoltà di scegliere l'allenatore (Mariotto avrebbe portato Tarcisio Catanese, altro uomo gradito a Praticò), hanno fatto sì che il matrimonio non venisse celebrato. Poco da dire circa la scelta di affidare subito la panchina a Cozza, adesso protagonista di un filotto di risultati positivi, ma la carica di direttore sportivo era ed è sicuramente fondamentale: in quel caso, il presidente non è riuscito ad imporre la presenza di un suo uomo.

Un altro reduce dalla rimpatriata con la banda Scala, organizzata dall'associazione "Leggende Amaranto" a fine giugno, era Piero Armenise. Utilizzato come richiamo al momento delle iscrizioni alla scuola calcio, l'ex metronomo della Reggina non ha mai ben capito quali fossero i suoi compiti all'interno del settore giovanile. Qualche settimana fa è stato colpito dalla perdita del padre, motivo principale per cui era salito in Puglia. Ma a Reggio non ci è più tornato, volontà peraltro manifestata al momento della partenza. Anche in questo caso, nulla quaestio sulla gestione delle giovanili: un motivatissimo Sergio Campolo basta e avanza per spronare i ragazzini a volare in campo, ma con Armenise bisognava essere chiari dall'inizio. Altro uomo voluto da Praticò, ma poi non protetto a sufficienza per farlo rimanere in un settore, quello giovanile, che comunque fa capo al direttore generale Gabriele Martino.

Già dal periodo natalizio si registra l'assenza del team manager Nino Scimone. Punto di riferimento per i rapporti tra società e squadra, avrebbe presentato alla Asd Reggio Calabria le proprie dimissioni in seguito ad un "pestaggio di piedi" ritenuto eccessivo nelle proprie mansioni. Ed anche lui per il momento è a casa, vittima di contrasti non chiariti e lasciati in balia della legge della giungla.

In quasi tutte le società accadono piccole lotte di potere, ma nel caso della Asd Reggio Calabria ogni forma di tracotanza viene puntualmente riversata sugli uomini vicini al presidente. Essendo a casa anche Scimone, in questo momento Praticò non ha un vero e proprio referente all'interno di un equipe da lui creata, consentendo ad altri di comandare coi suoi soldi. In questi casi, è più facile per i pazzi impadronirsi del manicomio.