Reggina: il "donatore" Missiroli ed una identità da non disperdere

missirolidi Paolo Ficara - Una finestrella con infissi pregiati. I giorni che hanno fatto seguito alla missione romana di Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, Lillo Foti, ex presidente della Reggina, e Mimmo Praticò, attualmente alla guida della Asd Reggio Calabria, sono stati tra i più frenetici vissuti in riva allo Stretto. Quella "finestrella" di cui riferirono i tre lo scorso 17 luglio, dopo il colloquio col presidente federale Carlo Tavecchio, voleva essere allargata in tutte le maniere dalla città. Per consentire alla Reggina di iscriversi in Lega Pro, e mantenere il professionismo.

Diversi tifosi si sono messi le mani in tasca, qualcuno ha smosso le proprie "conoscenze" andando a chiedere sostegno ad ex calciatori amaranto. Telefonate anche notturne, allo scopo di metterli in contatto con i referenti dell'associazione temporanea di scopo "Salviamo la Reggina", ideata da attuali soci della Asd Reggio Calabria. È notizia di oggi, fornita proprio dalla ats, che il contribuente più generoso è stato Simone Missiroli.

Al di là della cifra (forse questioni di gusto avrebbero suggerito di non riportarla), fa piacere che a missione abbondantemente conclusa la ats "Salviamo la Reggina" si sia ricordata di rendere merito a chi non si è limitato a rispondere positivamente. Infatti Missiroli si è spontaneamente calato nei panni del "rappresentante", convincendo diversi ex compagni a contribuire per salvare la società registrata in tribunale come Reggina Calcio s.p.a. since 1914 (lo specifichiamo, a beneficio di chi va facilmente in confusione con le denominazioni sociali). Tra questi, Nino Barillà, Fabio Ceravolo, Ciccio Cosenza e Nicolas Viola, tutti nativi di Reggio o provincia.

Non raggiunto lo scopo prefissato, dopo la "presa d'atto" dello scorso 23 luglio in seguito allo svincolo dei calciatori deciso dalla Figc, è sfumato quel che avrebbe potuto rappresentare un caso storico: gruppi di ex calciatori interessati alle sorti del club che li ha lanciati nel calcio professionistico, al punto da evitarne il fallimento. E chissà, che con una Reggina eventualmente iscritta in Lega Pro, non avremmo avuto quegli stessi calciatori ancora in piena attività agonistica, pronti a diventare soci.

Quel che è stato evidenziato nelle ultime ore dal comunicato di ringraziamento verso Missiroli e tutti gli altri contribuenti, non deve essere visto come un semplice inseguimento postumo dei se e dei ma. Troppi rancori, troppe polemiche hanno accompagnato le settimane successive a quella spugna gettata. Ognuno ha trovato i propri capri espiatori, alimentando divisioni. Ciò che è accaduto in quei pochi giorni, tra il 17 ed il 22 luglio scorsi, deve rimanere impresso nella mente come monito: quando si è tutti uniti, quando non esistono problemi di identità, quando nessuno finge di voler lottare per una causa comune salvo coltivare interessi personali, la risposta ed il coinvolgimento della piazza di Reggio Calabria diventano importanti.

Non erano in molti, un anno fa di questi tempi, ad immaginare gli sviluppi accaduti poi nell'estate 2015 per la Reggina e per il calcio a Reggio. Anzi, sono trascorsi quasi 12 mesi dalla prima fuga di notizie sugli australiani. Allo stesso modo, nessuno può ipotizzare eventuali altre sorprese nel breve volgere di qualche mese. Il generoso Missiroli ed i suoi ex compagni, nel dubbio, potrebbero conservare le cifre da poco restituite per qualche altro investimento.