Asd Reggio: la differenza tra vincere un campo e vincere un campionato

tangobudterencedi Paolo Ficara - "Buonasera Tango. È tutto pieno stasera, ma per voi un posto lo troviamo". "No, no, io voglio quel tavolo". "Quello? Ma quello è occupato". "Ah sì? Ho detto quello!". Chi ama i film di Bud Spencer e Terence Hill, ricorderà questa scena di "Non c'è due senza quattro". Il mafiosetto Tango pedina i due attori italiani, che interpretano i sosia di magnati brasiliani, fin dentro una bettola di Rio de Janeiro. Nel chiedere al gestore del locale, con insistenza, proprio il tavolo in cui i due stanno consumando i loro adorati fagioli, l'intento non è tanto quello di cenare quanto di attaccare briga.

Non ci permetteremmo mai di paragonare il personaggio del gangster di questa pellicola, con la figura signorile e garbata del presidente della Asd Reggio Calabria. Mimmo Praticò è una persona a modo. Però la scena della bettola di "Non c'è due senza quattro", ci ricorda l'insistenza (a tratti la tracotanza) con cui la neonata società calcistica ha chiesto la disponibilità del Sant'Agata per gli allenamenti. Prima gratis, lo scorso 31 luglio davanti a tutti i giornalisti a Palazzo San Giorgio. In seguito senza specificare la formula, tramite interviste ed interventi vari. Sfiorando sì la commedia, ma dell'assurdo.

Posto che nel momento in cui Praticò e soci decidono di unirsi in matrimonio pur essendo sprovvisti di una dimora, non sta scritto da nessuna parte che debba essere la Reggina Calcio a trovargliela o ad arredargliela. Se Lillo Foti, notoriamente venale, potesse o volesse affittare un campo alla Asd Reggio Calabria o alle altre società cittadine che lamentano l'assenza di una struttura fissa per la propria attività (come le scuole calcio "Armando Segato" e "Bernardino Cordova"), coglierebbe l'occasione al volo. Magari metterebbe un annuncio sul proprio sito internet.

La Reggina Calcio sta per presentare un concordato in cui dovrà indicare per filo e per segno, al commissario che si occuperà del recupero crediti, i proventi da prendere e consegnare direttamente ai creditori. Se in tale accordo si inseriscono parti "variabili", ovvero riferibili a possibili entrate che oggi ci possono essere e domani non si sa, il concordato rischia di non essere accettato. In più, i 6 campi del Sant'Agata sono tutti utilizzati dalla scuola calcio coordinata da Geretto, Laiacona e Sorgonà.

Fin qua si è chiesta l'attenzione dell'opinione pubblica per ottenere un campo occupato, ben sapendo che è meglio concentrarsi sulle (poche) strutture inutilizzate. L'ormai ex Hinterreggio Village, sul viale Messina, è sotto sequestro. Il presidente del Coni Calabria, Maurizio Condipodero, ha indicato la via per abbreviare l'iter burocratico, ma altro non può fare. Forse è più facile farsi aprire l'impianto di Ravagnese, quello su cui proprio l'Hinterreggio vinse il campionato di Serie D: ma si dovrà mettere mano al portafogli per la manutenzione, necessaria almeno una volta a settimana su quel manto erboso. Sempre meglio che spendere per mantenere il ritiro a Cittanova, giusto?

Se a Reggio Calabria non esistono strutture d'allenamento più adeguate del Sant'Agata, o se sulle poche altre presenti si creano contenziosi che si trascinano alle calende greche, la colpa non può essere della Reggina Calcio. Da ex presidente del Coni regionale, Mimmo Praticò si ricorderà che le campionesse d'Italia della Pro Reggina furono costrette ad allenarsi a piazza Italia nel 2013. A buon intenditor, poche parole.

La Reggina Calcio, dal 2009 fino a pochi mesi fa, ha prodotto un penultimo posto in Serie A, un penultimo posto in Serie B, per diverse settimane è stata ultima in Lega Pro, ha esonerato allenatori con cadenza trimestrale ed è stata deferita, multata e/o penalizzata per irregolarità amministrative di vario tipo. Chi ha osato alzare la voce, è stato bollato come nemico. Adesso che il percorso agonistico è interrotto, piovono critiche e livore sol perché un privato non intende (o non può) invitare un altro privato in casa propria (la Asd Reggio ha chiesto il campo alla Reggina, riconoscendone implicitamente la titolarità). Scusate, ma negli ultimi 6 anni dove cazzo eravate?

Il lavoro dell'area tecnica sta coprendo le manchevolezze e le distrazioni della società. Il direttore Martino ha attinto dalla propria esperienza dopo la sconfitta di Aversa, andando a pescare dal mazzo due carichi per stimolare il resto della squadra, e poco importa se qualcuno inizierà a sentirsi scartina. L'acquisto ed il repentino utilizzo di De Bode e Riva ricorda quello di Jiranek, Mozart e Veron, schierati in contemporanea in un Reggina-Juventus dell'autunno 2000. Una forte presa di coscienza, se avviene tra la prima e la seconda giornata di campionato, conferma l'intenzione di vincere il girone I della Serie D.

Mister Cozza ha dunque dimostrato sintonia con le scelte di mercato, affidandosi subito ai nuovi acquisti nonostante l'evidente dislivello di condizione fisica nonché amalgama. Il tecnico sta maturando nella gestione dei calciatori: contro la Sarnese ha sostituito il 18enne D'Ambrosio dopo avergli chiesto maggiore concentrazione difensiva per una mezz'oretta, poi in sala stampa lo ha difeso. Bene così. L'unico errorino si può individuare nel mantenimento dell'assetto a tre punte, nonostante il vantaggio ed il debito d'ossigeno di parecchi calciatori nei minuti finali.

Il Sant'Agata non esisteva quando è nata la Reggina Calcio, tant'è che la formidabile squadra di Nevio Scala si allenava dietro la curva nord. E le rivali della Asd Reggio Calabria, non ci risulta dispongano di resort. La vittoria del campionato non passa necessariamente dalla "vittoria" di un campo d'allenamento. In una stagione in cui ci si doveva concentrare soltanto sulla prima squadra, si è inteso strafare con l'avviamento di un intero settore giovanile. La neonata società ha troppa fretta. Una pax, una riunificazione con la Reggina Calcio rimane auspicabile e forse realizzabile in futuro, a patto che si cerchi il dialogo anziché altre strade. D'altronde, come dicono tra Londra e Gebbione, puru a Reg(g)ina eppi bisognu ra vicina.