Alla conquista del professionismo: inizia l'arduo compito dell'A.s.d. Reggio

praticopresdi Paolo Ficara - Il neonato sta per uscire dalla culla. Domenica 6 settembre alle ore 15:00, sul campo dell'Aversa Normanna, la A.s.d. Reggio Calabria muoverà i primi veri ed importanti passi della propria esistenza. Lo stesso presidente (a proposito: perché non viene ufficializzato l'organigramma societario?) Mimmo Praticò ha definito, circa un mese fa, la propria creatura come un neonato che in quanto tale sa solo piangere e cibarsi. Probabilmente servono ancora parecchi "omogeneizzati" a questo gruppo di soci, per trovare quella compattezza interna che sta alla base dei successi, in ogni sport ed a tutte le latitudini.

Alcuni errori, di varia entità, sono stati dettati dalla fretta con cui si è messo in piedi il carrozzone. Non esiste, ma nemmeno in Serie Zeta, che l'allenatore venga scelto prima del direttore. Così invece è stato sia per la prima squadra che per la juniores. L'impellenza di dover allestire un organico ha prodotto questo effetto, serviva maggior lungimiranza a luglio. La gestione dello stadio rischia di creare qualche imbarazzo di carattere pecuniario, ad una società che lamenta una limitata disponibilità finanziaria: aprire tre settori comporta dei costi che sarebbe stato possibile ridurre, in caso di capienza decretata sotto le 7.500 unità. Forse le capacità di attrarre pubblico sono state sopravvalutate. In assenza di club organizzati, e con diversi abbonamenti di curva sottoscritti on-line da gente che abita parecchi km lontano da Reggio, sugli spalti si rischia l'effetto dispersione. E intanto bisognerà pagare steward, servizi tecnologici di sicurezza e quant'altro.

Di solito, chi vuole vincere in Serie B deve allestire una squadra almeno di pari livello con chi arriva ultimo o penultimo in Serie A. In Lega Pro, abbiamo visto Salernitana e Benevento spendere molto di più rispetto ad almeno cinque compagini cadette. Non sappiamo se questo principio valga anche per la D. Si tratta di un mondo per noi nuovo, qualsiasi giudizio di carattere tecnico sulle potenzialità del primo organico di questa A.s.d. Reggio Calabria sarebbe dettato dalla presunzione. Anche perché va ammessa la più totale ignoranza circa i calciatori avversari. Un paio di cose possiamo però evidenziarle. Il Siracusa, dato tra i favoriti del girone I, avrebbe speso un budget di 600.000 euro, quindi non di molto superiore al mezzo milione nelle mani di Praticò. Tornando all'idea che bisogna avere una squadra più forte rispetto alle ultime della categoria immediatamente superiore, sfidiamo chiunque ad affermare con assoluta certezza che Tiboni e compagni siano meglio rispetto ai Padroni dello Stretto dello scorso 30 maggio.

Gabriele Martino si è dimostrato umile nel riconoscere, al momento dell'incarico come direttore generale, la scarsa confidenza con la categoria. Gli va dato atto di essersi affidato a validi collaboratori, tra cui Nino Chirico e Sergio Campolo. Il primo è già stato consulente di mercato dell'Hinterreggio, riuscendo a lavorare senza andare in conflitto d'interessi col proprio mestiere di procuratore. Il secondo non ha bisogno di presentazioni per quanto concerne la sua carriera da calciatore, ha allenato sia in Serie D che alcune formazioni giovanili, e da anni è collaboratore tecnico di Figc e Aiac. Il fatto che tutti e tre siano qui per amor di patria gli fa onore, ma anche in questo caso va indirizzato un monito alla società: il dirigente che lavora gratis e sbaglia dieci acquisti, va comunque ringraziato in primis dalla tifoseria per averci messo la faccia; il dirigente stipendiato che sbaglia uno o due acquisti, ha la responsabilità di dover rispondere del proprio operato al datore di lavoro. Nessuno vuole rimanere dilettante a vita, supponiamo.

Ciccio Cozza riparte dall'avversario contro cui ha ottenuto l'ultimo punto, nello scorso torneo di Lega Pro. Sul campo dell'Aversa Normanna inizia l'arduo compito di portare la A.s.d. Reggio Calabria nel calcio professionistico, ma bisogna prepararsi psicologicamente ad un avvio in salita. Il ritiro cominciato in netto ritardo rispetto alle avversarie, una rosa in via di definizione e l'assenza di amichevoli degne di nota, costituiscono difficoltà oggettive per qualsiasi allenatore. Il vero sostegno va chiesto adesso, a quella parte di piazza che ha scelto di seguire la rappresentante calcistica della città. Per vincere serviranno umiltà e compattezza. Il nome non basta, anzi, darà la carica a quelle formazioni di provincia che vorranno ben figurare al 'Granillo'.

L'area tecnica (con Martino a capo) e lo staff (quindi Cozza ed i suoi collaboratori) sono le componenti che stanno producendo lo sforzo massimo, fin qui in maniera più lucida rispetto alla società. Al dg non sono mancate le conoscenze per mettere a segno quegli acquisti coincisi con l'impennata degli abbonamenti; da dicembre dovranno essere individuati gli elementi valorizzabili e dunque da segnalare in categorie superiori per garantirsi, tramite le cessioni, un futuro. Il mister si gioca parecchio: la sua carriera era iniziata benissimo a Catanzaro ma poi, per varie vicende, non è più riuscito a portare a termine un campionato. Dal lavoro di Martino e Cozza passano le possibilità di successo pe la stagione 2015/16, oltre che le basi per un eventuale futuro.

Ribadiamo però una considerazione. Il sindaco, Foti stesso, finanche Domeneddio, tutti potranno indicare la A.s.d. Reggio Calabria come nuova squadra della città, ma non cambiano la sostanza. La mamma del tifoso amaranto rimane la Reggina Calcio, e lo rimarrà fin quando un giudice non deciderà di dichiararla fallita. Tra l'altro, al momento non si è verificata nemmeno la cessata attività, essendoci la scuola calcio. Le scelte sono personali, soggettive, di coscienza. E vanno rispettate. Alla neonata società, in cui comunque lavorano persone già protagoniste al Sant'Agata nel corso degli anni, è doveroso indirizzare un grosso "in bocca al lupo" nella speranza che riporti in alto il nome della città di Reggio, nel più breve tempo possibile.