Reggina, weekend di passione: chi garantirà l'iscrizione entro il 14 luglio?

praticodi Paolo Ficara - Evitare il precipizio. La corsa frenetica della Reggina verso l'iscrizione alla Lega Pro si concluderà martedì 14 luglio, ma al momento non si può pronosticare l'arrivo al traguardo. In questa maratona, non basteranno un paio di borracce come aiuto. Serve una cisterna capiente, dalla quale reperire la necessaria quantità di liquidi. Dato che le stagioni sportive non richiedono esborsi solo all'atto dell'iscrizione.

Un anno fa, di questi tempi, ragionavamo sull'opportunità di staccare la spina alla Reggina Calcio. La mole debitoria ed i punti di penalizzazione, poi rivelatisi inferiori ai 7 pronosticati l'estate scorsa, non potevano far pensare ad un campionato di vertice in una categoria che garantisce solo introiti minimi. Adesso sussistono elementi diversi, che fanno pendere la bilancia delle nostre considerazioni verso l'alimentazione di ogni speranza, fino all'ultimo istante.

Sul campo, la salvezza ottenuta a Messina ha rilanciato l'entusiasmo in una piazza reduce da una retrocessione e da un centenario non festeggiato. All'interno del palazzo, la possibilità di ottenere il ripescaggio in Serie B sarebbe da coltivare, qualora ovviamente si superasse il check-point del 14 luglio. Per allestire, in Lega Pro girone C, un organico all'altezza di giocarsi la promozione, se ne vanno minimo 4 milioni. La sola domanda di ammissione in cadetteria costa 1 milione a fondo perduto; poi la squadra andrebbe rinforzata ancor più pesantemente, ma le entrate sarebbero maggiori specie pensando ai diritti tv. La convenienza sarebbe evidente, ma serve un nuovo gruppo societario che questo milione lo tiri fuori subito.

I costi necessari per iscrivere la Reggina in Lega Pro non rappresentano un problema così insormontabile. Basterebbero un paio di cessioni per rientrare dalle spese in poche settimane, come avvenne nel 1986. È chiaro che le figure avvicinatesi negli ultimi mesi al club di via delle Industrie, siano state spinte o dalle proprie origini calabresi oppure da qualche stimolo di carattere edilizio. Se ci si fosse soffermati soprattutto sull'essenza della questione, ovvero sul calcio e sulla possibilità di far fruttare quegli undici uomini in pantaloncini (né più e né meno di quanto mettono in atto i vari Empoli, Chievo, Lanciano etc), probabilmente si sarebbe già arrivati da tempo ad una felice conclusione.

Anche perché la Reggina, storicamente, si è sempre sostenuta con la valorizzazione dei calciatori e non coi business plan.

Il presidente Foti, molto limitato negli spostamenti a causa degli ormai noti problemi di salute, si sta impegnando a fondo per dare alla Reggina quel futuro più volte promesso. A pochi giorni dal gong, è evidente che riprendere una trattativa già avviata sia più facile che iniziarne una ex novo. In tal senso, gli interlocutori australiani rimangono in pole position. Anche con alcuni club di Serie A (Udinese, Fiorentina, Inter e Juventus) erano stati impostati dialoghi quasi tutti rimasti in embrione, per diventare una specie di succursale a patto che si garantisca la sopravvivenza del club.

La terza strada è rappresentata da imprenditori già attivi in passato nel mondo del calcio, e magari vogliosi di rituffarcisi dentro. È giusto lasciare alle parti la riservatezza del dialogo, tanto ormai manca poco.

Generosi i tentativi effettuati negli ultimi giorni da Mimmo Praticò, dirigente federale ed ex amministratore delegato della Reggina, e da Giuseppe Raffa, presidente della Provincia di Reggio. Contattare 10 o 20 persone diverse e provare a metterle tutte d'accordo, è stato ed è un gesto nobile. Anche loro proseguiranno fino all'ultimo le trattative, ma le soluzioni tampone non farebbero che rimandare il problema, magari di un altro anno: per uscire dalla spirale delle difficoltà economiche, una società indebitata come la Reggina necessita assolutamente del salto di categoria. O tramite ripescaggio, o sul campo. Serve un imprenditore trainante, al di là del numero e della liquidità di eventuali soci minori.