Reggina, a Giacomo quel che è di Giacomo. E adesso si può chiudere con Scali

tedescodi Paolo Ficara - Oh com'è bello il lunedì mattina. Lo storico successo ottenuto sul Messina, rimarrà a lungo impresso negli occhi delle varie generazioni di tifosi amaranto. Ci sono quelli che erano rimasti al gol di Fulvio Simonini, decisivo per l'ormai penultima vittoria sulla sponda peloritana nel 1989 allo stadio 'Celeste'; per non parlare della gigantesca B mostrata il 30 aprile 2006 in massima serie; adesso si possono scatenare anche i giovanissimi tifosi del web, con esultanze, sfottò e fotomontaggi di ogni tipo sui social network.

E sono tanti i grazie da dover distribuire, a chi è stato protagonista di una delle più grosse imprese nella storia della Reggina. Naturali le citazioni per società, staff tecnico e squadra nel loro insieme. Andando sui singoli, è doveroso un inchino nei confronti di Giacomo Tedesco: il 39enne allenatore non ha sbagliato praticamente nulla nel doppio spareggio salvezza, rimanendo lucido anche dopo l'espulsione rimediata al 'San Filippo' nell'intervallo.

Cosa abbia trasmesso Tedesco in più rispetto ai suoi predecessori Cozza, Tortelli (con Mozart e Padovano) e Alberti, in sole sei settimane, possono saperlo soltanto i calciatori. Di sicuro marchia a fuoco col proprio nome questa bella pagina di storia, e la Reggina ci penserà non due bensì cento volte prima di andare a sostituirlo in vista della prossima stagione.

Non sappiamo se si tratti di un luminare della panchina, o se per lui si sia creato l'incastro decisivo con uno spogliatoio capeggiato da ex compagni, ed una situazione in cui non c'era più nulla da perdere. Di sicuro va dato a Giacomo quel che è di Giacomo: la squadra ha tenuto altissima la concentrazione, anche a retrocessione virtualmente avvenuta, in giorni in cui ci si allenava senza avere un motivo certificato dalle sentenze. Probabilmente, anche senza segnali incoraggianti sulla ricezione degli emolumenti. Va aggiunto che si è arrivati al playout con una buona condizione atletica, e di questo va dato merito anche ai preparatori Giovanni Saffioti (suo l'incessante urlo "ce l'abbiamo fatta" in uno dei video maggiormente in voga) e Lillo Ocello.

Altri due uomini ad aver fatto la differenza, sono Bruno Cirillo e Salvatore Aronica. Se la Reggina è riuscita a non prendere gol in due gare decisive, nemmeno in inferiorità numerica e sotto gli assalti del disperato Messina, è per la loro esperienza. Non servivano i presunti hacker di Nigro per sapere con che tipo di atteggiamento hanno giocato il derby, distruggendo psicologicamente e fisicamente gli avversari. Hanno tirato fuori il meglio di sé stessi nel momento decisivo, così come il resto della squadra.

Il mantenimento sul campo della Lega Pro, consente di accelerare la trattativa per la cessione del pacchetto di maggioranza della Reggina. La certezza della categoria senza gli "italici" due mesi di balletti per il ripescaggio, fa sì che si possa chiudere a breve il discorso. Dovrebbe essere rimasta soltanto la famiglia Scali al tavolo delle trattative, col patriarca Nick, titolare della Nick Scali Furniture e specialista nel commercio di cucine e divani in Australia, pronto ad investire.

Assieme a lui soltanto i figli, in particolare Nicky Scali pronto ad assumere un ruolo in organigramma. Non sono proseguiti i contatti con Vince Foti, presidente del Marconi Club, né con altri imprenditori potenzialmente interessati. Nel weekend potrebbe avvenire un nuovo contatto de visu. Lillo Foti manterrà delle quote, ma la sua epopea al vertice della Reggina sta per finire degnamente con la storica salvezza ai danni del Messina: per lui, si potrebbero aprire le porte della Federcalcio.