Reggina: la professionalità ha un prezzo, la maglia amaranto no

regginatestaingiudi Paolo Ficara - Calma e gesso. Il limbo amaranto durerà ancora qualche giorno, tempo che il Collegio di Garanzia del Coni, a sezioni unite (e dunque senza ulteriori rinvii come recentemente accaduto al Pro Piacenza), decida se spedire la Reggina in Serie D oppure consentirle di giocarsi i playout, in buona sostanza. Da diverse settimane sosteniamo che l'obiettivo primario, in questo momento, sia mantenere la categoria. A qualsiasi costo.

Polemiche interne ed esterne appaiono intempestive, ma forse per noi è troppo facile sottolinearlo, avendo già ampiamente affrontato nel recente passato tematiche tecniche ed extra-tecniche. Non ci sorprenderemmo di assistere ad altre rescissioni e/o esclusioni dalla rosa nei prossimi giorni, dopo la dipartita del difensore Vasilios Karagounis. Considerazioni che non traggono per forza spunto da un messaggio postato dal portiere Emanuele Belardi su Twitter ("Onore ai miei compagni d squadra che s allenano e sperano nelle stesse condizioni del Parma e Savoia senza chiedere aiuto grazie")

Qualora la società non avesse ottemperato per tempo agli impegni contrattuali coi tesserati, sarebbe sicuramente in torto e su questo non ci piove. Poi nasce spontanea una serie di "però". Innanzitutto, da mesi sono ormai acclarate le enormi difficoltà economiche in cui continua a muoversi la Reggina Calcio, certificate da rateizzazioni di debiti fino all'istanza di fallimento. Più che andare in Australia, dichiarare urbi et orbi di essere disposto a privarsi del 51% di una società cui tiene come un figlio, ed impegnarsi a non perdere la categoria, il presidente Foti in questo momento non può fare.

Che poi si possano muovere una serie di obiezioni sul futuro societario, anche in presenza di nuovi investitori rimasti ancora in penombra, è un altro conto.

Intempestiva, dicevamo, qualsiasi polemica. Premesso che, chi è andato a firmare con la Reggina negli ultimi mesi, poteva e doveva sapere dove stava andando a capitare, riteniamo che le pretese vadano avanzate in momenti più opportuni. In teoria, il campionato della Reggina sarebbe finito. Se il Coni non restituirà i punti, significherebbe che i giorni impiegati adesso per preparare un playout fantasma sarebbero sottratti alle vacanze ed alle famiglie. Nelle ultime due stagioni, Matteo Gentili è stato se non l'unico comunque uno tra i pochi a ricordarsi a campionato in corso di andare in sede per bussare a denari: l'ex difensore amaranto, nel dicembre 2013, ha poi avuto le palle (scusate il francesismo) per levare le tende, allenarsi da solo in Toscana, ed attendere che il suo procuratore gli trovasse un'altra squadra che potesse soddisfarlo sotto tutti i profili. A buon intenditor, poche parole.

Non lo si scopre a maggio 2015 che Lillo Foti è vicino al tracollo finanziario, però si scopre che una Reggina composta dagli attuali calciatori in organico è arrivata ultima in Lega Pro, non essendo stata capace di battere l'Ischia o il Savoia. Ribadiamo, se la società non ha ottemperato ad impegni scritti, è sicuramente in torto. Però un po' d'ilarità ci potrebbe scappare: non solo le avete perse praticamente tutte, faticando persino in amichevole col Villa San Giuseppe, ma volete pure un riconoscimento per la "professionalità" dimostrata?

Mercoledì 20 maggio, si saprà se la Reggina ha diritto a disputare i playout. Servirebbe un briciolo di pazienza in più, a tutti, per attendere l'eventuale derby col Messina e lì dimostrare di essere uomini e non caporali. Non prendiamo le difese di nessuno, quando ci sono i soldi di mezzo. Ci interessa solo quella maglia amaranto: per noi, non ha prezzo.